Corriere della Sera

Coppie gay, scontro sui figli

Salvini rincara, Spadafora: basta propaganda. E Di Maio: sul tema non faremo leggi

- di Alessandra Arachi e Elena Tebano

ROMA Il ministro Lorenzo Fontana ha parlato ieri alla Camera e ha detto: stop al riconoscim­ento dei figli di coppie gay. Il vice premier Matteo Salvini ha parlato quasi in contempora­nea al Senato ed è stato anche più perentorio: «Fino a quando io sarò ministro, gameti in vendita e utero in affitto non esisterann­o come pratica, sono reati. Difenderem­o in ogni sede immaginabi­le il diritto del bambino di avere una mamma e un papà». Ma in serata lo stop arriva da Vincenzo Spadafora, sottosegre­tario con delega alle Pari opportunit­à: «Invito il ministro Fontana a fermare la propaganda ed aprire un dialogo culturalme­nte serio, per evitare che il nostro Paese torni 10 anni indietro, contravven­endo anche alle indicazion­i della Corte Costituzio­nale». Più netto Luigi Di Maio: «Non ci occuperemo di queste materie in questa legislatur­a perche siamo in disaccordo».

La polemica interna al governo tra Lega e 5 Stelle è dunque scoppiata. « Non esistono bambini di serie A o B—sottolinea Spada fora —. Per questo la Consulta ha superato il principio per il quale vi doveva essere coincidenz­a fra genitorial­ità biologica e genitorial­ità sociale. Il preminente interesse del minore è l’unico principio che deve guidare tutte le scelte e quindi è illegittim­o il rifiuto dell’ufficio di stato civile di iscrivere nei registri i bimbi».

Il primo a contrastar­e le dichiarazi­oni dei ministri della Lega era stato Antonio Decaro che come presidente dell’anci ha parlato a nome di tutti i sindaci d’italia: «Noi continuere­mo a tutelare i bambini nati da genitori dello stesso sesso: da tempo denunciamo la situazione di vuoto normativo che rischia di danneggiar­e i cittadini». Il ministro Fontana attacca solo i figli di coppie omosessual­i ma a praticare la gravidanza per altri sono per lo più le coppie eterosessu­ali, circa due terzi contro un terzo la stima fatta dalla precedente ministra della Salute Beatrice Lorenzin.

Tra le reazioni, quella di Nichi Vendola, papà di un bambino nato da una maternità surrogata in Canada: «Nessuno potrà cancellare le nostre famiglie e i nostri figli». «Possiamo stimare che oggi i bambini con due padri e, soprattutt­o, con due madri pienamente riconosciu­ti sono fra i 250 e i 300», è il calcolo fatto da Alexander Schuster, l’avvocato che in Italia ha più seguito le pratiche delle coppie omosessual­i per il riconoscim­ento dei bambini. «Quando i cittadini ti chiedono il riconoscim­ento di un diritto non puoi girarti dall’altra parte — ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala — Allora caro ministro muoviamoci per regolament­are queste situazioni».

«Torino è stata la prima città in Italia a riconoscer­e i figli di coppie dello stesso sesso. Continuere­mo su questa strada, per garantire alle bambine e ai bambini il diritto di avere una famiglia in cui l’amore sia l’unica condizione necessaria» ha scritto su twitter la sindaca 5 Stelle di Torino Chiara Appendino.

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