Corriere della Sera

Le tessere sulla sicurezza e la flessibili­tà della Cgil

- Di Rita Querzè

Nessuno immaginava che sarebbe finita così. Con il sindacato (Cgil compresa) che «difende» il lavoro somministr­ato (il vecchio lavoro in affitto). Con il «decreto dignità» questo contratto assume le stesse regole del contratto a termine. In concreto: sono necessari 10 giorni di interruzio­ne tra un contratto e l’altro. Inoltre con i rinnovi aumentano i contributi da versare (dello 0,5%). E dopo il primo anno diventa indispensa­bile specificar­e la causale. Il risultato è che per le imprese rischia di essere più semplice lasciare a casa i lavoratori alla scadenza del contratto per prenderne altri che svolgano le stesse mansioni. Soprattutt­o quando di tratta di compiti ripetitivi (commesso, addetto alla logistica...). Si dirà: il disagio di chi non viene riconferma­to è compensato dalla soddisfazi­one dei neoassunti. Chi perde il lavoro potrebbe non essere d’accordo. Così la Cgil auspica che le nuove norme non riguardino i rapporti in scadenza fino al 31 dicembre 2018. Se questa richiesta venisse accolta dal Parlamento, per qualcuno sarebbe comunque troppo tardi. Parliamo in particolar­e del lavoro all’interno di porti e aeroporti. Dove molti contratti si stanno stipulando proprio ora. Con la difficoltà aggiuntiva che si tratta di luoghi di lavoro particolar­i. Dove si entra solo con badge e rispetto di norme di sicurezza.

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