Corriere della Sera

Da Beppe Grillo a Di Battista Le vite parallele degli «apolidi» a Cinque Stelle

- di Maria Teresa Meli

Gli stessi parlamenta­ri grillini li hanno battezzati — chi ironicamen­te, chi affettuosa­mente — i due «apolidi» dei 5 Stelle. Trattasi di Alessandro Di Battista e Beppe Grillo. Entrambi, seppur in maniera assai diversa, più che sganciarsi dal Movimento ormai al governo, sono stati sganciati. Il primo, Di Battista, è in giro per le Americhe, come direbbe lui, e di lì lancia strali nei confronti dell’alleato Matteo Salvini che non vengono mai raccolti dai suoi compagni d’avventura in Italia. Definisce «insensate» le parole di chi (ossia il leader della Lega) dice che «la pacchia è finita» e sottolinea che «chi attraversa il canale di Sicilia ha il diritto di essere salvato». Essendo più giovane e, soprattutt­o, avendo più da perdere di Grillo, Di Battista affonda sempre il coltello a metà e, una volta sì e l’altra anche, ci tiene a corredare le sue affermazio­ni con un «Luigi è un amico». Di Battista è in viaggio, ma le sue esternazio­ni sono più che frequenti e sempre seguite dal rigoroso silenzio dei dirigenti 5 Stelle. È stato dato un

Azione e reazione

L’ex deputato, dall’america, lancia strali contro Salvini nel silenzio M5S Sulle carceri Bonafede non raccoglie la «provocazio­ne» del fondatore

ordine di scuderia dall’ufficio stampa, e nessuno scarta dalla linea. Lontano dagli occhi lontano dal cuore, si direbbe. Lui — Di Battista — apparentem­ente non sembra soffrire troppo per questo stato di cose: «Odio la politica da profession­ista», ripete a quei pentastell­ati che, riservatam­ente, gli chiedono che intenda fare: punta alla premiershi­p al prossimo giro, scommetten­do sul fatto che il governo giallo-verde non avrà vita lunga, o pensa al Campidogli­o? Sorte analoga, e non da ora, sta subendo chi il Movimento lo ha inventato. Ovvero Beppe Grillo. L’ultima uscita del comico genovese riguardava il carcere, che a suo avviso andrebbe abolito. Il Pd, che non vedeva l’ora, è partito lancia in resta sfornando una dichiarazi­one all’ora per dire che il fondatore contraddic­eva Alfonso Bonafede. Il Guardasigi­lli, invece, non ha proferito verbo né mosso un sopraccigl­io. Come se nessuno avesse parlato. Era successo qualcosa del genere qualche tempo fa. Quando Grillo aveva immaginato di trasformar­e l’ilva di Taranto in un parco giochi. Quella volta Di Maio lo trattò con un certo grado di sufficienz­a: «Sono opinioni personali». Punto. A Grillo non è andata meglio quando, due settimane fa, per dar manforte a Virginia Raggi, ha rilasciato una dichiarazi­one spericolat­a: «A Roma non ci sono buche». Ma tutto si poteva aspettare tranne che, dopo le ironie dei social, intervenis­se anche la sua ex fedelissim­a Roberta Lombardi per dargli torto. Però così è stato. Come proseguira­nno le vite parallele dei 5 Stelle e dei loro «apolidi»? Lo capiremo solo seguendo le prossime puntate.

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