Piero Angela: l’autorevolezza della divulgazione diventa un brand
D a due settimane è iniziato il consueto appuntamento estivo di «Superquark» con Piero Angela (Raiuno, mercoledì, ore 21,30). Le puntate si aprono con un «pezzo forte», il documentario «Blue Planet II», un viaggio negli abissi inesplorati degli oceani. Narrato nella versione originale da David Attenborough (la «versione Angela» rinuncia allo humour), «Planet Earth II» è in primo luogo un trionfo della tecnologia: girato in super HD, sfoggia una qualità video sbalorditiva, con immagini notturne mai realizzate prima d’ora.una troupe della Natural History Unit della BBC (la celebre sezione della BBC che ha «inventato» in tutto il mondo la divulgazione televisiva, Italia compresa) guidata dal produttore Fredi Devas per tre anni ha filmato in 40 paesi dalle Galapagos al Botswana, dalle Alpi francesi al Madagascar, dall’antartide a Mumbai - la sfida continua del mondo animale per la sopravvivenza della specie nei luoghi più selvaggi della Terra.
La cosa più interessante è che questo prezioso documentario è già stato trasmesso in Italia da Rete4. Ma qui «Planet Earth II» diventa un’altra cosa, subisce una mutazione linguistica capace di trasformarlo in un capitolo della «Grande Narrazione Angela». La capacità di Piero Angela è stata proprio quella di acquisire autorevolezza divulgativa per convertirla poi in una sorta di «brand», per trasmettere rassicurazione allo spettatore. Dopo un po’, il documentario non è più della BBC ma è di Angela (meglio, degli Angela). Come un professore di scienza di una volta, Angela si è intrattenuto con i campioni del chilometro lanciato Valentina Greggio, Ivan e Simone Origone (con il fisico Paco Lanciano ha spiegato le caratteristiche del piano inclinato), ci ha avvertito della estinzione dell’orso bianco a causa della riduzione dei giacchiai artici e altro ancora. Come canta Checco Zalone, «io come mi sveglio la mattina penso ad Angela…».