Colbrelli ci riprova ma incoccia ancora nel solito Sagan
QUIMPER «Ai 50 metri eravamo pari. Poi a me sono scoppiate le gambe, a lui no: d’altronde si chiama Sagan, mica Colbrelli». L’italia del ciclismo al Tour ha un inatteso, umile eroe: il veneto Sonny Colbrelli, sulla carta velocista puro. Venuto per spalleggiare Nibali in pianura ieri, esaurito il compito, Colbrelli ha stroncato tutti i celebrati big sul ripido arrivo della 5ª tappa, battuto per la seconda volta solo dal campione del mondo. Mentre i colleghi sprinter galleggiavano a minuti, Sonny era in prima linea con una Barhain pimpante e un Nibali guizzante (nel tratto più ripido si è tolto per un attimo di ruota Froome), ben protetto dai suoi squaletti. «Alla vittoria – ha spiegato il siciliano – ci ho quasi fatto un pensierino. Siamo partiti forte ma un rallentamento ha permesso ai più veloci di recuperare e scattare. Oggi primo arrivo in salita, sul Mûr de Bretagne: non sono pendenze per me». Spazio quindi agli specialisti, che in classifica sono tutti incollati alla maglia gialla Van Avermaet, pronti a scannarsi nei 2 ripidi chilometri finali. Favori del pronostico per Gilbert, Alaphilippe, Valverde. La Lorient-quimpert di ieri è stata la prima tappa concepita virtualmente della storia del Tour. Per disegnare un percorso insidioso, il tracciatore Thierry Gouvenou ha isolato su Strava, il social network dei ciclisti, le tracce digitali degli allenamenti dei due professionisti locali (Barguil e Pichon), costruendo un itinerario non realizzabile sulle carte o sul campo. Non potendo trasferirsi in Bretagna a testarlo, gli atleti hanno studiato su Youtube il pericoloso finale. Sarà poco romantico ma è servito: l’unica caduta seria (Kiserlovski, ritirato) è avvenuta nella prima parte.