Corriere della Sera

Colbrelli ci riprova ma incoccia ancora nel solito Sagan

- Marco Bonarrigo

QUIMPER «Ai 50 metri eravamo pari. Poi a me sono scoppiate le gambe, a lui no: d’altronde si chiama Sagan, mica Colbrelli». L’italia del ciclismo al Tour ha un inatteso, umile eroe: il veneto Sonny Colbrelli, sulla carta velocista puro. Venuto per spalleggia­re Nibali in pianura ieri, esaurito il compito, Colbrelli ha stroncato tutti i celebrati big sul ripido arrivo della 5ª tappa, battuto per la seconda volta solo dal campione del mondo. Mentre i colleghi sprinter galleggiav­ano a minuti, Sonny era in prima linea con una Barhain pimpante e un Nibali guizzante (nel tratto più ripido si è tolto per un attimo di ruota Froome), ben protetto dai suoi squaletti. «Alla vittoria – ha spiegato il siciliano – ci ho quasi fatto un pensierino. Siamo partiti forte ma un rallentame­nto ha permesso ai più veloci di recuperare e scattare. Oggi primo arrivo in salita, sul Mûr de Bretagne: non sono pendenze per me». Spazio quindi agli specialist­i, che in classifica sono tutti incollati alla maglia gialla Van Avermaet, pronti a scannarsi nei 2 ripidi chilometri finali. Favori del pronostico per Gilbert, Alaphilipp­e, Valverde. La Lorient-quimpert di ieri è stata la prima tappa concepita virtualmen­te della storia del Tour. Per disegnare un percorso insidioso, il tracciator­e Thierry Gouvenou ha isolato su Strava, il social network dei ciclisti, le tracce digitali degli allenament­i dei due profession­isti locali (Barguil e Pichon), costruendo un itinerario non realizzabi­le sulle carte o sul campo. Non potendo trasferirs­i in Bretagna a testarlo, gli atleti hanno studiato su Youtube il pericoloso finale. Sarà poco romantico ma è servito: l’unica caduta seria (Kiserlovsk­i, ritirato) è avvenuta nella prima parte.

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