Titan, gli amici, i sorrisi «Vi amiamo tutti»
In quarantena i 12 ragazzi e il coach salvati dalla grotta. Il poliglotta Adul «interprete» per i soccorritori
Le prime immagini dei piccoli calciatori in Thailandia: tutti hanno perso un paio di chili. Per salvarli, rivelano i soccorritori, s'è usato di tutto, anche dodici sosia. E il 14enne Adul ha fatto da interprete.
Dodici piccoli sosia. Che avessero la stessa altezza e lo stesso peso dei ragazzini intrappolati nella grotta. Che non temessero di stare qualche ora in mezzo all’acqua. E che soprattutto tenessero acqua in bocca, senza rivelare nulla. Per il Grande salvataggio, s’è usato di tutto. Barelle ultraleggere per trasportare. Benzodiazepine per stordire. Sosia per addestrarsi. «Il mondo deve sapere che quel che abbiamo fatto è qualcosa di unico, resterà nella storia dei soccorsi, è stato un puzzle di decisioni e di fortuna», sorride Derek Anderson, 32 anni, capitano dell’us Air Force di stanza a Okinawa, catapultato qui al quinto giorno d’emergenza: «Siamo dovuti ricorrere anche ai finti bambini…». Che storia: il capitano Derek dice che una mattina è andato a sceglierli di persona, nelle scuole intorno a Mai Sai. E quando ha trovato dodici bimbetti che di corporatura potevano essere uguali ai Cinghialotti là sotto, li ha portati subito in una piscina lontana da qui. «Per i Navy Seals era fondamentale rapportarsi qualche ora con bambini simili a quelli là sotto. Dovevano capire come afferrarli fisicamente, come spostarli, come maneggiarli…». Ed è servito? Il capitano ha fretta di ripartire per il Giappone, paga gli extra dell’alberghetto sullo stradone per la grotta, chiude lo zaino e stringe la mano: «Giudicate voi».
A giudicare dal primo video dei salvati, sì. È il giorno dei retroscena e dei racconti. La grotta di Tham Luang è chiusa e lo rimarrà per mesi: uno striscione all’ingresso ringrazia «tutto il mondo venuto a salvare i 13». L’operazione Tham Luang diventerà un museo permanente interattivo e un centro speleologico internazionale, ha deciso il governo thailandese, e questa zona sarà d’ora in poi un’attrazione per i turisti di tutto il mondo, come Phuket o Sukhothai. Uno spazio nella storia nazionale, l’avranno anche le prime immagini girate ieri nel padiglione di medicina interna dell’ospedale di Chiang Rai: il piccolo Titan che finalmente dorme beato nelle lenzuola bianche e fresche, tre ragazzini con le mascherine alla bocca che chiacchierano e s’aggirano con passo tranquillo, le tre dita Ilove-you, vi amiamo tutti, e i ciao ciao e gl’inchini al di là della vetrata, le mamme che al di qua s’asciugano le lacrime.
E com’è felice Adul, il quattordicenne che là sotto ha fatto da interprete perché è l’unico a sapere l’inglese e il cinese e il birmano, il ragazzino senza diritti che vive in una chie-
Lo striscione
La grotta di Tham Luang è chiusa e lo rimarrà per mesi: uno striscione all’ingresso ringrazia «tutto il mondo venuto a salvare i 13»