Croazia, la prima volta In finale con la Francia
Batte l’inghilterra e vola in finale Domenica affronterà la Francia Di Perisic e Mandzukic i gol decisivi
Per presentare la semifinale che doveva riportare il pallone a casa, almeno nelle speranze di tutta l’inghilterra, la BBC ha fatto un quiz ad alcuni ascoltatori: in una cartina geografica senza nomi dovevano riconoscere la Croazia. C’è riuscito senza problemi circa il 25% («Quella con la lunga striscia di mare»), mentre la maggioranza ha segnato con il dito l’albania o la Slovenia o peggio ancora qualcosa di nemmeno balcanico. C’è da credere che Ivan Perisic e Mario Mandzukic, ieri sera, abbiano dato una lezione gratuita ma crudelissima di geografia.
La finale di domenica sarà Francia-croazia ed è giusto così perché tutte e due hanno fatto qualcosa di più contro Belgio e Inghilterra in due semifinali equilibrate e giocate alla morte, con grande dispendio di energia. Il fatto più incredibile è che la Croazia ha poco più di 4 milioni di abitanti e, se vincesse la finale, sarebbe la nazione con la più piccola superficie ad aver mai conquistato il Mondiale (per la popolazione resta imbattibile l’uruguay). Comunque vada a finire domenica, la Croazia non era mai salita così in alto, facendo meglio della semifinale raggiunta a Francia ‘98.
Alla vigilia della partita il c.t. Dalic aveva detto che la Croazia è «il Paese dell’impossibile, perché siamo 4 milioni di allenatori e di calciatori» e il suo destino è la perfetta rappresentazione di questa frase. È stato chiamato sulla panchina a due giorni dal playoff contro l’ucraina, perché il predecessore Cacic era arrivato dietro l’islanda nel girone, e ieri ha messo nel sacco la macchina quasi perfetta dell’inghilterra e della Premier League. Improvvisazione contro programmazione? Non proprio. La Croazia, ad esempio, ha difeso molto bene contro i corner inglesi che hanno creato problemi a tutte le altre squadre.
Eppure la partita si era aperta per l’inghilterra nel miglior modo possibile. Dele Alli buca centralmente la Croazia e Modric, in recupero affannato, lo stende a 20 metri dalla porta. Il portiere Subasic mette una barriera chilometrica e non vede partire il tiro di Trippier. Non siamo di fronte al nuovo Beckham, ma il terzino del Tottenham non è uno sprovveduto in fatto di gol: in stagione ne ha segnati 5 in Premier e 3 in Champions League. Per l’inghilterra è il decimo gol su azione da palla inattiva su 12 segnati al Mondiale.
I bianchi commettono però un errore grave: pensano che si possa gestire la gara fino al 90’ e non ripartono quasi più. La linea difensiva è sempre a cinque, ma Ashley Young non esce con il tempo giusto su Vrsaljko e permette un cross senza pressione. Perisic sceglie il timing migliore e, in acrobazia, anticipa con l’esterno del piede Walker. L’inghilterra perde la sicurezza di prima e barcolla. La difesa e Pickford si bloccano su una palla lunga, Perisic si avventa e colpisce in pieno il palo.
La gara è bella proprio perché non ha un padrone e nel primo tempo supplementare
arriva un’occasione clamorosa a testa. Quella dell’inghilterra, all’8’, sul solito calcio d’angolo. Stones colpisce a botta sicura, ma Vrsaljko salva di testa. Quella della Croazia è nei minuti di recupero, quando Pickford si lancia di piede, alla disperata, per anticipare Mandzukic, innescato dal solito Perisic.
Nella serata «normale» di Modric sono lo juventino e l’interista a fare la differenza. Perisic allunga di testa verso l’area, Mandzukic si infila tra Walker e Stones trovando il gol più importante dei 31 segnati in Nazionale. La Croazia ha vinto tre gare su tre ai supplementari e la generazione d’oro del calcio croato avrà l’occasione che il football dei Balcani ha aspettato per sempre. Non l’ha trovata con la maglia della Jugoslavia ed è arrivata per un piccolo grande Paese che adesso conoscono anche in Inghilterra.