L’OPPOSIZIONE LATITA, MA IL «PARTITO DEL PIL» PARLA CHIARAMENTE
A20 giorni dalla formazione del nuovo governo appare chiaro come l’opposizione debba ancora riorganizzarsi. Forza Italia per via del suo indelebile Dna continua a mettere in testa all’agenda le prerogative del Mise in materia di industria della comunicazione. Il Pd fatica a riprendere la marcia e molte energie se ne vanno per far bella figura sui social. In queste condizioni a tener viva la dialettica democratica resta fortunatamente in campo quello che potremmo chiamare il Partito del Pil. È questa la costante, infatti, che accomuna gli interventi di Carlo Messina, numero uno di Intesa e del presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi. E persino del giovane Ceo di Foodora Italia, Gianluca Cocco. Le loro prese di posizione hanno riguardato singoli temi: Messina ha biasimato il tempo perso nel rassicurare i mercati sugli indirizzi di politica economica, Bonomi ha avanzato soluzioni sui temi del fisco e del lavoro differenti da quelle coltivate dai neoministri, Cocco ha fatto capire che le tutele dei rider possono essere migliorate solo se le aziende restano in piedi. In nessuno dei tre casi è emersa una pregiudiziale antagonista nei confronti del governo giallo-verde ma tutti hanno parlato con franchezza ed efficacia. Il Partito del Pil, del resto, ha di che essere preoccupato. Nel primo trimestre ’18 c’è stata una brusca contrazione dell’export e la domanda interna è stata vivace per il solo contributo positivo delle scorte. Gli investimenti in macchinari sono in calo e persino la spesa dei turisti stranieri in Italia avrebbe subito una frenata, secondo quanto sostiene Ref Ricerche. Nessuno nega che i neo-ministri abbiano diritto al loro tempo di apprendistato ma attenzione a non combinare guai in itinere. Parafrasando l’eterno Milton Friedman viene da dire che nessun tweet è gratis.