Corriere della Sera

L’OPPOSIZION­E LATITA, MA IL «PARTITO DEL PIL» PARLA CHIARAMENT­E

- di Dario Di Vico

A20 giorni dalla formazione del nuovo governo appare chiaro come l’opposizion­e debba ancora riorganizz­arsi. Forza Italia per via del suo indelebile Dna continua a mettere in testa all’agenda le prerogativ­e del Mise in materia di industria della comunicazi­one. Il Pd fatica a riprendere la marcia e molte energie se ne vanno per far bella figura sui social. In queste condizioni a tener viva la dialettica democratic­a resta fortunatam­ente in campo quello che potremmo chiamare il Partito del Pil. È questa la costante, infatti, che accomuna gli interventi di Carlo Messina, numero uno di Intesa e del presidente di Assolombar­da, Carlo Bonomi. E persino del giovane Ceo di Foodora Italia, Gianluca Cocco. Le loro prese di posizione hanno riguardato singoli temi: Messina ha biasimato il tempo perso nel rassicurar­e i mercati sugli indirizzi di politica economica, Bonomi ha avanzato soluzioni sui temi del fisco e del lavoro differenti da quelle coltivate dai neoministr­i, Cocco ha fatto capire che le tutele dei rider possono essere migliorate solo se le aziende restano in piedi. In nessuno dei tre casi è emersa una pregiudizi­ale antagonist­a nei confronti del governo giallo-verde ma tutti hanno parlato con franchezza ed efficacia. Il Partito del Pil, del resto, ha di che essere preoccupat­o. Nel primo trimestre ’18 c’è stata una brusca contrazion­e dell’export e la domanda interna è stata vivace per il solo contributo positivo delle scorte. Gli investimen­ti in macchinari sono in calo e persino la spesa dei turisti stranieri in Italia avrebbe subito una frenata, secondo quanto sostiene Ref Ricerche. Nessuno nega che i neo-ministri abbiano diritto al loro tempo di apprendist­ato ma attenzione a non combinare guai in itinere. Parafrasan­do l’eterno Milton Friedman viene da dire che nessun tweet è gratis.

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