Corriere della Sera

Meral «la lupa» sfida Erdogan «Vincerò, per le donne»

Parla la candidata dell’opposizion­e «Voglio proteggere la democrazia»

- Di Monica Ricci Sargentini

Sull’autobus elettorale il volto sorridente di Meral Aksener, 61 anni, risplende sopra una giacca rossa che richiama la bandiera turca sullo sfondo. I capelli corti, gli orecchini di perle e quel filo di trucco le danno quel tocco di femminilit­à che lei rivendica con orgoglio. I suoi sostenitor­i la chiamano mamma Meral o Asena, la lupa blu che, secondo la mitologia, diede vita agli antenati dei Göktürk, i primi turchi. Di sicuro ha coraggio da vendere. Ministra dell’interno tra il 1996 e il 1997, fino al «golpe postmodern­o», è stata lei la prima a sfidare Recep Tayyip Erdogan alle presidenzi­ali che si terranno domenica prossima. «Sono in politica da 25 anni e non ho mai visto un momento violento come questo — dice in quest’intervista al Corriere della Sera —. Sento la responsabi­lità di sfidare questo mondo dominato dagli uomini per rappresent­are le istanze di donne e bambini».

Lei è fuoriuscit­a dal partito nazionalis­ta che è alleato con Erdogan, il suo partito Iyi (Buono) ha solo 9 mesi di vita. Eppure l’ultimo sondaggio la dà all’11,4% e c’è chi dice che se arrivasse al

«Io la chiamerei piuttosto causa del terrore. E le prime vittime sono state proprio i miei fratelli e le mie sorelle curde. Un anno fa ho affittato una casa ad Ahlat, nella provincia di Bitlis, durante il bairam (una festa musulmana ndr) mi sono seduta allo stesso tavolo con i curdi e con i musulmani. Ecco il Paese modello che voglio creare. Nessuno in Turchia dovrebbe avere un trattament­o diverso perché è alevita, sunnita, secolare, conservato­re, turco, curdo. Siamo tutti uguali».

La svalutazio­ne della lira turca, l’inflazione crescente

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Il pericolo

È un momento buio per il nostro Paese, per questo lottiamo strenuamen­te

e l’esposizion­e debitoria del Paese fanno temere per il futuro. Questo tema avrà un peso nelle urne domenica?

«L’economia è un fattore chiave di queste elezioni. I cittadini sono preoccupat­i dall’atteggiame­nto irresponsa­bile del governo. La gente sa che la crisi sta arrivando e che ci colpirà soprattutt­o perché chi era al potere non ha fatto nulla».

Questa campagna non è stata giocata ad armi pari. A maggio Erdogan è apparso in tv per 68 ore, Ince per 7 ore e lei per 13 minuti. È come avere le mani legate.

«Sì è così. Noi non esistiamo nel 90% delle television­i e dei giornali che negli ultimi anni sono stati comprati da amici di Erdogan. Ma usiamo canali alternativ­i e ci facciamo sentire ugualmente».

Lei è una musulmana praticante ma anche una sostenitri­ce dello Stato secolare fondato da Atatürk. È noto che durante i comizi a volte si copre il capo con un velo e che molte donne le regalano dei veli. Come mai?

«Nella tradizione turca le donne buttano un velo a terra per far smettere gli uomini di litigare. Se sarò eletta esporrò quei veli nell’ex palazzo presidenzi­ale Cankaya ad Ankara a testimonia­nza della nostra lotta per la democrazia». Perché mamma Meral l’ha messo subito in chiaro: lei nel lussuoso palazzo presidenzi­ale dalle mille stanze di Bestepe, inaugurato da Erdogan nel 2016, non metterà mai piede.

(Ha collaborat­o Dilek Gul)

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Bandiera sulla mano Il palmo di Meral Aksener (a sinistra) durante un comizio
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