I timori delle imprese per le regole sulla privacy
L’arrivo del «diritto all’oblio» e alla «portabilità dei dati» sancito dal regolamento Ue entrato in vigore ieri è una buona notizia per i cittadini. Ma per le aziende la nuova normativa è fonte di incertezza. Tanto più che in Italia le regole europee entrano in vigore senza il decreto legislativo che dovrebbe completare e precisare la normativa. Allo studio da due anni, la bozza del decreto ora è all’esame del parlamento. Una volta ottenuto il via libera, dovrà essere emanato. Nel frattempo però si sarà insediato il nuovo governo e a questo punto in Confindustria, come nelle altre associazioni delle imprese, si confida sul fatto che si evitino nuovi stop per dare al più presto un quadro certo alle aziende. Un quadro in cui sia scritto nero su bianco che viene introdotto un principio di semplificazione a favore soprattutto delle piccole imprese. Il fattore tempo non è trascurabile anche perché le sanzioni possono essere comminate fin d’ora. E si tratta di sanzioni importanti, tarate sui colossi del web, che possono arrivare fino al 4% del fatturato. La bozza di decreto legislativo italiano, poi, aggiunge anche sanzioni penali. Il garante per la privacy ieri ha cercato di rassicurare. Il messaggio è: per le piccole imprese gli adempimenti saranno ridotti, è bene che i piccoli non si fidino di chi propone consulenze dispendiose, non saranno necessarie. «I dati considerati finora come un oggetto di libero mercato d’ora sul quale costruire ricchezza d’ora in avanti saranno considerati come la proiezione delle persone sulla dimensione digitale — ha detto il garante delle privacy Antonello Soro —. Naturalmente come tutti i processi di cambiamento anche questo non si esaurirà in un solo giorno».