La Coppa ai raggi X
Il duello Domani bianconeri e rossoneri si contendono l’ultimo trofeo: chi avrà ancora energie? La Juve si presenta con la testa più libera ma Allegri «sente» il pressing dell’arsenal E il Milan intravvede la grande occasione
Una Coppa sul filo dei nervi, per andare oltre la stanchezza di una stagione che dentro di sé ne ha contenute almeno un paio. Juventus e Milan si specchiano nel trofeo che molti snobbano (almeno finché non lo vincono) e vedono occhiaie profonde, ma anche facce più distese rispetto a qualche settimana fa: i bianconeri dopo il grande spavento della rimonta del Napoli hanno il settimo scudetto già cucito addosso. La finale di Coppa domani all’olimpico rischiava di essere una parentesi scomoda nella volata finale per il campionato. Invece così la Juve ci arriva nelle condizioni ideali, almeno dal punto di vista mentale. Da quello atletico ci sono dei dubbi, anche se la reazione della squadra, nel finale contro l’inter e contro il Bologna, fa capire che la Juve ha ancora energia per fare quello che le viene meglio: vincere.
Il Milan ha superato l’ennesimo momento di appannamento e ha un buon vento che soffia alle spalle: la sua annata è cominciata a luglio, col doppio preliminare di Europa League, è proseguita con il cambio di allenatore. L’assestamento sembra solido e le speranze di poter conservare il sesto posto (con due partite chiave contro Atalanta e Fiorentina che inseguono) più che legittime. Spezzare il dominio juventino almeno in Coppa Italia è uno stimolo in più per Gattuso alla sua prima grande finale, che già un mese fa ha messo in difficoltà la Juve allo Stadium (ma poi è finita 3-1). Anche per Allegri non è una partita banale: non solo perché 4 Coppe di fila non le ha mai vinte nessuno, figuriamoci in abbinata con lo scudetto, ma soprattutto perché quella di Roma potrebbe anche essere l’ultima finale di Max sulla panchina della Juve.
I dubbi sul futuro di Allegri verranno svelati presto. L’arsenal preme e in lizza per il dopo Wenger sono rimasti lo juventino e Luis Enrique. Entrambi, secondo la stampa britannica, avrebbero espresso riserve sull’assetto societario del dopo Arsène. In sostanza vogliono sapere chi costruisce la squadra. In ogni caso l’italiano sembrerebbe favorito, perché il board dei londinesi lo giudica più flessibile dell’asturiano.
Nel caso Max salpasse per Londra ci sarebbe anche il piccolo particolare di trovare un sostituto, magari capace di portare a Torino l’unica cosa mancata in questo settennato incredibile: la Champions. Carlo Ancelotti sarebbe un profilo più che adatto, al di là dei suoi trascorsi poco felici in bianconero, ma il suo tifo apertamente milanista per la finale di domani non fa pensare a un discorso aperto (o prossimo all’apertura) con la Juve: «Vedrò la partita insieme a un mio amico chef qui a Vancouver — ha raccontato Carletto a Milan Tv —. È molto milanista e ci metteremo la maglia del Milan: speriamo di festeggiare. La Juve è una squadra complicata, molto attenta in fase difensiva. Mi aspetto una partita equilibrata, non mi aspetto una Juve arrembante. Il Milan dovrà essere bravo a trovare spazi con una difesa che dal punto di vista collettivo lavora molto bene, ma dal punto di vista dei singoli ha qualche problema».
Per provare il colpo grosso Gattuso punta forte sulla vo-
Ancelotti Vedrò la partita assieme a un mio amico chef a Vancouver, indosseremo la maglietta rossonera sperando di festeggiare
Marotta Con Allegri dopo la conquista del titolo parleremo del futuro: sono sicuro che sarà pieno di soddisfazioni insieme
glia di rivalsa di Bonucci e sulla brillantezza di Calanhoglu, il suo uomo più in forma, che rende meno prevedibile il suo 4-3-3. Le invenzioni del numero 10 turco assieme a quelle di Suso possono mettere in difficoltà la Juve. «Assieme a una pressione più alta, per mettere più giocatori tra le linee e avere più profondità davanti» come sottolinea Ancelotti. Allegri ritrova probabilmente Benatia, oltre a Pjanic, e ha a disposizione anche Mandzukic, oltre a Douglas Costa tirato a lucido. Materiale per un ultimo (grande) sforzo ce n’è in abbondanza. Ma le ultime due finali col Milan (Coppa e Supercoppa) sono andate ai supplementari e ai rigori: può servire qualcosa in più. Chi lo trova vince.