«Nailed It!», la risposta ironica di Netflix ai programmi di cucina
D opo tutti quei programmi di cucina basati sulla competizione tra cuochi amatoriali spesso più abili degli chef, su piatti esteticamente impeccabili e ricercati realizzati da avvocati, piloti, geometri, bisognava aspettarsi che qualcuno arrivasse con una sonora presa in giro. Da Masterchef a Bake off, solo per citare i due esempi di maggior successo, l’impressione generale è sempre stata che in questi programmi tutti si prendessero un po’ troppo sul serio: giudici sadici molto nella parte, concorrenti agguerritissimi.
A farsi beffe di questa retorica è arrivato Nailed It!, un nuovo programma in sei puntate di Netflix basato proprio sull’idea che per un cuoco amatoriale provetto ci sono mille e più persone normali che in cucina si arrabattano, provano a seguire i manuali con risultati spesso ben al di sotto delle aspettative, in termini estetici e di gusto. Quelli che negli Usa chiamano «epic fails», fallimenti clamorosi. Il meccanismo di Nailed It! è molto semplice e prende spunto da una tendenza già vista sui social: fotografare i propri piatti brutti e condividerli con una buona dose di autoironia.
Tre pasticceri amatoriali (anche se il termine sembra un po’ altisonante visti i risultati) sono chiamati a ricreare delle torte molto complesse in termini di preparazione e di estetica. Per dire, tra i modelli da replicare ce n’è persino uno che rappresenta il presidente Trump in completo da tennis. I risultati sono spesso imbarazzanti, perché i concorrenti, armati di tutta la buona volontà del caso e di un’autostima non da poco, non sanno decorare e sono anche privi delle basi della pasticceria (danno fuoco a un microonde...).
A valutarli c’è una giuria composta dalla comica Nicole Byer con lo chef Jacques Torres e ospiti speciali: prendono in giro le creazioni dei concorrenti ma senza troppo cinismo. Nailed It! non insegna trucchi di cucina, ma mette buonumore con la sua condiscendenza verso l’errore umano.