«Baglioni disponibile a rifare Sanremo Per me più di un augurio, è quasi fatta»
La trovata non è male. Il direttore generale della Rai Mario Orfeo si presenta con il trolley, la valigia in mano come metafora della precarietà dei vertici di viale Mazzini a ogni tornata elettorale. Intervistato dall’editorialista del Corriere Aldo Cazzullo al Festival della tv di Dogliani, Orfeo dice di non sapere che ne sarà di lui, ma annuncia il Baglioni bis a Sanremo. «La sua presenza per il 2019 è più che un augurio, è quasi fatta. Oggi al cda comunicherò la sua disponibilità a rifare il Festival. Sulla squadra che lo accompagnerà deciderà lui come direttore artistico».
L’italia ha un legame polemico ed emotivo con la Rai? «Gli attacchi arrivano solo da alcuni giornalisti e politici, ma gli spettatori amano la Rai, lo vediamo dagli ascolti». Orfeo prevede di chiudere in pareggio il bilancio 2018, ma parla anche di altri numeri: cosa fanno i 13mila dipendenti tutto il giorno? «La Rai ha un alto tasso di produttività, vedo poche persone che stanno con le mani in mano, penso che sia tempo di smetterla con questo luogo comune del carrozzone Rai: non è più così». Assicura di non aver mai subito pressioni da nessuno: «Renzi non mi ha mai mandato nemmeno un sms, Salvini non pervenuto, Berlusconi lo incrociavo solo allo stadio. Piuttosto mi ha dato fastidio l’attacco di Di Maio: posso rassicuralo, non ci sono camerieri in Rai».
Domenica in è stata una scommessa persa. Ammette: «Il programma ha sofferto. L’anno prossimo lo rivedremo, sarà in due parti: la prima, più lunga, (affidata a Mara Venier, ndr) e la seconda a Cristina Parodi». Rivendica la scelta di portare Fazio su Rai1, anche se per questo Rai3 è stata oggettivamente indebolita: «Fazio aveva un piede fuori dalla Rai, sarebbe stato grave perderlo. E sfatiamo il mito dei costi: la domenica la spesa è di 410 mila euro, la metà di una puntata di una fiction. Il percorso di Rai3 è diverso, è la rete della sperimentazione, ha la possibilità di lanciare e far crescere nuovi volti».