Corriere della Sera

«Il mio appello ai dem: ecco i punti in comune»

Di Maio: sul contratto possiamo definire tempi e obiettivi

- di Luigi Di Maio

Caro direttore, se c’è una cosa che possiamo rivendicar­e con forza è la massima coerenza tra quanto fatto dal giorno dopo il voto e quanto detto in campagna elettorale. Per tre mesi ho girato l’italia e ho sempre ripetuto che qualora non avessimo ottenuto la maggioranz­a assoluta avrei proposto ai partiti un contratto vincolante sul programma. Avevo anche ribadito più volte che non avevamo un interlocut­ore preferito, ma che avremmo parlato con tutti. È quello che stiamo facendo. Il prossimo sarà il governo dei cittadini, non dei partiti.

Il contratto alla tedesca servirà a mettere nero su bianco le azioni immediate per migliorare la qualità della vita degli italiani per interpreta­re al massimo lo spirito della terza repubblica. Non si tratta di alleanze. Un’alleanza è uno scambio di poltrone, un do ut des di potere. Non ci interessa. Siamo nati per fare altro. Il Movimento 5 Stelle è la prima forza politica italiana perché ha identità e valori ben precisi, che difendiamo senza compromess­i.

La nostra identità e quello che abbiamo detto agli italiani prima del voto per me sono i punti di partenza. Noi abbiamo sempre difeso il ruolo centrale del Parlamento e porteremo avanti le istanze dei cittadini anche tramite l’introduzio­ne di strumenti di democrazia diretta come i referendum propositiv­i, le proposte di legge di iniziativa popolare, le consultazi­oni nell’ambito della realizzazi­one delle grandi opere. Strumenti in uso in tante democrazie moderne e a beneficiar­ne non è solo la qualità della democrazia, ma soprattutt­o la qualità della governance.

Agli 11 milioni di italiani che ci hanno votato abbiamo garantito la continuità dell’italia nell’unione europea e monetaria, perché la nostra presenza in quel consesso avrà come obiettivo una profonda modifica dei vincoli di austerità, oltre che dell’impianto della governance economica e istituzion­ale europea. Dovremo superare il fiscal compact e avviare il percorso di definizion­e di un’unione fiscale per smantellar­e il sistema di elusione ed evasione nell’ambito della Ue. Questa impostazio­ne è oggi condivisa anche da altre forze politiche, tra cui il Pd. Lo studio del professor Della Cananea ha individuat­o i punti in comune tra il nostro programma e il loro e oggi vorrei passare in rassegna i principali e lanciare un appello: realizziam­oli per il bene superiore degli italiani! Sono fiducioso perché sulla carta — la carta dei programmi — ci sono tanti punti di convergenz­a che vanno nella direzione di soddisfare le esigenze dei cittadini, nostro unico interesse. Non ci illudiamo che i programmi elettorali abbiano sempre una valenza, ma adesso è il momento di mettere alla prova la politica affinché dimostri che non si tratta solo di parole, ma di obiettivi concreti che si possono tradurre in fatti, con tempi e procedure concordate. Una delle funzioni del Movimento 5 Stelle è proprio questa. I programmi per noi valgono nel momento in cui si dimostra

Se si parla di Europa si parla di immigrazio­ne In comune c’è la revisione del regolament­o di Dublino e l’equa ripartizio­ne dei migranti tra tutti i Paesi dell’unione

di volerli realizzare.

Ad esempio se si parla di Europa si parla di immigrazio­ne. In comune c’è la revisione del Regolament­o di Dublino e l’equa ripartizio­ne dei migranti tra tutti i Paesi dell’unione Europea. Per gestire i flussi migratori serve anche investire in sicurezza: c’è la comune volontà di aumentare le risorse per la cyber security e l’assunzione immediata di 10.000 nuovi agenti nelle forze dell’ordine. Assumiamol­i!

Lotta alla povertà. I fondi del Rei non sono sufficient­i e le politiche attive del lavoro non funzionano. Il reddito di cittadinan­za risolvereb­be entrambi i problemi, estendendo il beneficio a più famiglie e rendendo effettivo il reinserime­nto lavorativo grazie alla riforma dei centri per l’impiego. Parliamo anche di pensione di cittadinan­za per gli anziani. Non lasciamoli indietro.

Sul lavoro si può partire dal salario minimo orario, obiettivo condiviso anche dal Pd, stando al loro programma. Oltre a proteggere il lavoro è urgente crearne di nuovo e di qualità, ad esempio con la banca pubblica di investimen­to per finanziare a tassi agevolati le piccole e medie imprese italiane. Riteniamo sia necessaria la reintroduz­ione dell’articolo 18 come «misura ponte», in attesa di una piena realizzazi­one del reddito di cittadinan­za e della riforma dei centri per l’impiego: una flexicurit­y alla danese che, a regime, consentirà di superare le rigidità dei contratti di lavoro.

Capitolo tasse. Il Movimento 5 Stelle prevede una riduzione delle cinque aliquote Irpef oggi in essere, mentre loro ipotizzano una detrazione per i figli a carico; per le imprese il Movimento 5 Stelle preferisce dimezzare l’irap; dall’altra parte si parla di un’ulteriore riduzione dell’aliquota Ires. Il fine è lo stesso, un’intesa si può trovare.

Sanità pubblica. A quanto risulta dal programma, il Pd scrive nero su bianco di voler ridurre le ormai lunghissim­e liste di attesa. Siamo d’accordo, ma occorre un serio incremento del Fondo sanitario nazionale e un piano di assunzioni per infermieri e medici.

In tema di giustizia, entrambi vogliamo semplifica­re e ridurre i tempi dei processi attraverso l’applicazio­ne del rito del lavoro e investendo nella digitalizz­azione anche in ambito penale. Facciamolo! C’è la lotta alla mafia e alla corruzione: loro prevedono meccanismi di prevenzion­e per l’infiltrazi­one mafiosa nelle istituzion­i. Per noi si può realizzare una riforma complessiv­a dell’ordinament­o penitenzia­rio e con la modifica del 416ter. Senza dimenticar­e l’estensione dell’agente sotto copertura per i reati di corruzione, l’interdizio­ne perpetua dai pubblici uffici per i condannati in via definitiva e una modifica sostanzial­e della prescrizio­ne. Un capitolo a parte riguarda la legge sul conflitto di interessi che il Paese aspetta da troppi anni.

Infine i costi della politica e l’efficienza della Pubblica amministra­zione. I tagli agli sprechi sono un nostro storico cavallo di battaglia, e il programma del Pd prevede il ricalcolo dei vitalizi col metodo contributi­vo, un tetto agli stipendi dei manager pubblici e la trasformaz­ione delle costose e inutili auto blu in auto elettriche e sostenibil­i. Meno sprechi significa anche Pa digitale e lotta alla burocrazia per semplifica­re la vita a cittadini e imprese.

Questa è la strada che stiamo seguendo e gli obbiettivi che vogliamo raggiunger­e. Se si può fare qualcosa di buono per l’italia e mettere finalmente i cittadini al primo posto, noi ci siamo, perché il Movimento 5 Stelle è nato per fare gli interessi degli italiani, oltre gli steccati ideologici e oltre le vecchie logiche di potere. E di questo sono orgoglioso. Allo stesso modo, siamo fieri del fatto che l’eventuale contratto a cui perverremo verrà sottoposto alla votazione dei nostri iscritti online sulla piattaform­a Rousseau.

Si può intervenir­e con il reddito di cittadinan­za e la riforma dei centri per l’impiego Sul lavoro si può partire dal salario minimo orario, un obiettivo condiviso

Sulle tasse il Movimento prevede di ridurre le aliquote Irpef, il Pd ipotizza una detrazione per i figli a carico Per le imprese parliamo di Ires e Irap L’intesa si può trovare

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Leader Luigi Di Maio, 31 anni, è il capo politico dei 5 Stelle dal 23 settembre 2017, quando ha vinto con 30.936 voti (circa l’82%) le primarie online del Movimento

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