La mafia secondo Pif, un difficile mix tra commedia e dramma
L a seconda stagione di La mafia uccide solo d’estate parte dalle preoccupazioni di Lorenzo (Claudio Gioè), che teme che la propria famiglia sia in pericolo, ma anche dalla speranza che in una Sicilia, in cui la mafia continua a dominare, qualcuno possa fermarla (Rai1, giovedì, ore 21.25).
Lorenzo, infatti, decide di fare un concorso in Regione spinto dalla presenza del nuovo Governatore Piersanti Mattarella, uomo onesto e garanzia di un cambiamento. Pia (Anna Foglietta), invece, ottiene la cattedra di maestra, a lungo desiderata, ma l’ottiene grazie a una raccomandazione che le ha procurato suo fratello Massimo (Francesco Scianna), sempre più vicino a Tommaso Buscetta (Sergio Vespertino), sebbene il giovane cerchi di allontanarsi dalla mafia.
Ispirata all’omonimo film di Pierfrancesco Pif Diliberto, la serie si muove su un crinale non facile: da una parte la finzione che ha per protagonista la famiglia Giammarresi, dall’altra la realtà, raffigurata qui attraverso il repertorio televisivo (sullo sfondo del racconto, gli omicidi di Boris Giuliano, del giudice Terranova e di Piersanti Mattarella). Ancora: da una parte i toni da commedia che accompagnano le vicende della nostra famiglia (è il momento più riuscito), dall’altra lo scontro tra Famiglie ben più tragiche (la più sanguinosa guerra di mafia, quella tra gli «aristocratici» boss palermitani di Buscetta contro i «contadini» corleonesi di Totò Riina). In mezzo un divertente Nino Frassica, nelle vesti di Fra’ Giacinto. Quando il passo è sicuro, il racconto si snoda con piacevole armonia, spalleggiato dalla voce fuoricampo di Pif che raccorda e commenta le azioni. A volte, però, La mafia uccide solo d’estate 2 si abbandona all’idealismo, come se le buone azioni, da sole, potessero sconfiggere il male sociale.
La serie e scritta da Michele Astori, Stefano Bises e Michele Pellegrini, diretta da Luca Ribuoli e prodotta da Rai Fiction-wildside.