Tim, le carte Consob «Le dimissioni? Siamo sotto attacco»
Il board di Tim ha ottemperato alla richiesta della Consob procedendo ieri all’integrazione della documentazione messa a disposizione degli azionisti in vista dell’assemblea del 24 aprile. Sul sito della società sono stati pubblicati numerosi documenti che fanno chiarezza sulle recenti vicende del gruppo telefonico. Innanzitutto sui ricorsi presentati dal board contro l’integrazione dell’ordine del giorno da parte dei sindaci con la revoca di sei consiglieri nominati da Vivendi. Al giudice è stato chiesto di accertare l’illegittimità della delibera ma anche di assumere «ogni opportuno provvedimento, anche in via preventiva e/o di urgenza, utile al fine di rimuovere gli effetti della delibera» sull’eventuale revoca «e/o prevenire comunque la votazione da parte dell’assemblea». Sarà quindi il giudice a stabilire se i soci potranno votare la revoca dei consiglieri. Venerdì le parti sono state convocate al Tribunale di Milano. Ieri sono circolate voci di un possibile slittamento di 48 ore dell’assemblea in attesa della sentenza, che però è prevista entro martedì mattina.
Nella documentazione integrativa si dà conto della motivazioni delle dimissioni dei sei consiglieri indicati da Vivendi, con l’obiettivo di far cadere l’intero consi- glio ed evitare di portare in assemblea la revoca chiesta dal fondo Elliott. Il tenore delle spiegazioni è grosso modo uguale per tutti: siamo stati presi di mira da Elliott e questo non ci consente più di lavorare con serenità. I consiglieri pongono l’accento sulla strategia di breve termine del fondo Usa, per spiegare che le dimissioni servono per consentire ai soci di nominare un nuovo consiglio ed evitare che Elliott prenda il comando. In mattinata Vivendi aveva diffuso una nota per mettere in contrapposizione il lavoro fatto in Tim con il piano di Elliot. Lavoro che deve proseguire, secondo il presidente di Tim, respingendo l’assalto di Elliott da cui ne conseguirebbe «un abbandono del piano industriale recentemente approvato».
Sul sito è stata integrata anche la relazione sulla governance da cui emerge che Felicité Herzog, qualificata come consigliere indipendente, nel 2016 ha percepito 395 mila euro per consulenze a Vivendi, ma il board a maggioranza ha confermato la sua indipendenza.