Pirelli, statuto e governance a garanzia dell’italianità
Domani board per l’esame dei conti. L’allargamento del consiglio
Camfin e due scelti congiuntamente da Chemchina e Camfin.
L’assetto di governance rappresenta uno snodo chiave dell’architettura dell’operazione di riassetto della Bicocca, in cui il vicepresidente e ceo del gruppo, Marco Tronchetti Provera è riuscito a ottenere dai partner di Pechino garanzie sul riconoscimento e sul mantenimento dell’italianità del marchio e delle attività della Pirelli. Tutto è scritto nei patti parasociali e nello statuto della Bicocca che conferiscono al management, italiano, piena autonomia gestionale — dalla quotazione sono venuti meno la direzione e il coordinamento da parte di Marco Polo, la società dove si realizza la partnership fra Chemchina, i soci italiani di Camfin e Lti — riconoscendo a Tronchetti Provera la guida operativa e un ruolo chiave nell’indicazione del suo successore nel 2020.
Garanzie sono state date anche sulla sede e sulla tecnologia, che resteranno in Italia: per trasferirle servirà il consenso del 90% del capitale. Infine, con il debutto a Piazza Affari, Chemchina è anche scesa sotto il 50% del capitale di Pirelli portando la propria quota in trasparenza al 46%. La parte restante è nelle mani dei soci italiani — Tronchetti Provera in testa attraverso Camfin —, russi e di grandi fondi internazionali entrati nell’azionariato riconoscendo gli aspetti industriali e di governance della società milanese. Quella che è tornata a Piazza Affari a ottobre del 2017 è la parte più «nobile» della Bicocca — pneumatici prestige, premium e winter — e anche quella che negli ultimi anni ha garantito al gruppo i margini più elevati.
Con il completamento del board da parte della prossima assemblea andrà a compimento quella che molti osservatori hanno definito una combinazione perfetta tra competenze e capitali italiani e investitori finanziari cinesi. Competenze valorizzate anche attraverso il loro trasferimento al partner cinese, in particolare quelle che riguardano il settore «Industrial». Alcuni manager di origine Pirelli ricoprono ruoli chiave in Aeolus, la società nella quale la Bicocca farà confluire gli ex asset industrial— oggi ridenominati Prometeon — il cui processo di integrazione è stato affidato sin dall’inizio a manager italiani e ora a Giorgio Bruno, presidente e amministratore delegato di Prometeon.