Vangelo e rosario, il «giuramento» di Salvini
I riferimenti religiosi del leghista in piazza a Milano. Ma il vescovo: parli di politica. E Maroni diserta il comizio
MILANO Rassicurare. Smentire chi gli dice che rischia di risultare ansiogeno. E Matteo Salvini lo fa, con alcuni colpi ad effetto: cita Pertini, prende le distanze da Donald Trump («L’ho sostenuto, ma le armi agli insegnanti mai»), usa toni meno virulenti sull’immigrazione. Nemmeno una volta cita gli alleati: parla solo di «governo Salvini».
La manifestazione milanese riempie piazza del Duomo, i leghisti parlano di 50mila mila persone (15mila per la Questura). Giovedì ci sarà il finale di campagna con Berlusconi e Giorgia Meloni, ma per la Lega l’appuntamento è questo. Anche se il caso politico è l’assenza inattesa di Roberto Maroni: parleranno soltanto Luca Zaia, il candidato del centrodestra Attilio Fontana e Giulia Bongiorno.
Salvini esordisce soave, parla di una «piazza di pace, di dialogo e di futuro. La violenza non ci appartiene». Un riferimento agli scontri alla manifestazione dei centri sociali poco distante. E così, arriva la citazione di Pier Paolo Pasolini: «Mi chiedo se l’antifascismo rabbioso sfogato nelle piazze a fascismo finito non sia un’arma di distrazione che la classe dominante usa per veicolare il dissenso». Poi, omaggia Pertini, il presidente partigiano. I militanti forse aspettavano altri toni, tanto che Salvini protesta: «Va bene che fa freddo, ma fatemelo un applauso perché oggi si cambia la storia».
E poi, ci sono i toni religiosi. Le nubi del mattino si sono dissolte e Salvini, cravatta sotto al piumino blu, ringrazia la Madonnina che domina la piazza. Poi, annuncia che nel «governo Salvini» ci sarà il «ministro ai disabili»: «Con noi gli ultimi saranno i primi». Quindi, esibisce un rosario: «Me lo ha regalato un don, lo ha fatto una donna che combatte in strada, e non lo mollo più». Anche le elezioni sono in chiave religiosa: la «prossima, per credenti e non credenti, sarà una vera Pasqua di resurrezione». Secco il commento dell’arcivescovo Mario Delpini: «Ai comizi si parli di politica».
Il finale è quando Salvini invita la piazza a unirsi in giuramento: «Giuro di essere fedele al mio popolo, di servirlo con onestà e coraggio, di applicare davvero la Costituzione. E di farlo rispettando gli insegnamenti di questo sacro Vangelo. Lo giurate insieme a me?».