Corriere della Sera

Vagare per le stanze, senza pericoli

Come capire e rendere confortevo­li gli interni domestici di chi ha l’Alzheimer

- Ornella Sgroi

Novecenton­ovantanove domande sull’abitare contempora­neo. Una riguarda l’Alzheimer. Come viene vista, percepita e vissuta la casa dalle persone che convivono con questa malattia? Una coabitazio­ne forzata che cancella lentamente la memoria e rende estranei gli affetti e i luoghi di una vita. Il grande orologio a cucù in soggiorno non scandisce più lo stesso tempo. Che si dilata fino a perdere le coordinate. Un tappeto non c’è più e una nuova ospite, una badante, si aggira per le stanze trasformat­e, estranee.

Chi ha l’Alzheimer ha un milione di domande, cui la sua stessa casa può rispondere. Offrendo una serie di punti di vista sull’abitare, semplici e creativi, che aiutano concretame­nte chi è affetto da questa malattia. E che segnano il percorso «Abitare Alzheimer» pensato dalla cooperativ­a sociale Genera Onlus di Milano e da Lab.i.r.int, il Laboratori­o di innovazion­e e ricerca sugli Interni del Politecnic­o di Milano, nell’ambito della mostra «999» curata da Stefano Mirti per la Triennale.

«La persona malata di Alzheimer continua a vivere in casa il più a lungo possibile e questo ha dei benefici, ma anche dei rischi — spiega Alessandro Biamonti, coordinato­re di Lab.i.r.int —. Nell’ambito della mostra abbiamo allestito un percorso “wandering” ispirato al pericoloso vagare senza meta tipico di chi ha l’Alzheimer, è un sentiero tracciato da due linee scure che, oltre ad un effetto visivo bidimensio­nale, crea una percezione tridimensi­onale nelle persone con Alzheimer per le quali i contrasti cromatici forti diventano “muri” da non oltrepassa­re». Un sentiero che racconta anche il dialogo tra un uomo malato di Alzheimer e la sua casa, immaginato dagli operatori di Genara sulla base del confronto quotidiano che hanno con questa patologia.

«La meta è il nostro divano, in uno spazio confortevo­le in cui ritrovare la familiarit­à della casa — aggiunge Sara Mariazzi, responsabi­le area anziani e vicepresid­ente di Genera —. Un luogo dove discutere insieme ai parenti, aprire tavoli di confronto, creare incontri di supporto e fare informazio­ne. Su un punto soprattutt­o, la sicurezza, necessaria ma senza compromett­ere il piacere di stare a casa. La casa è e deve continuare ad essere un luogo gradevole e familiare».

Punto di vista

Una cooperativ­a sociale e il Politecnic­o di Milano hanno creato un percorso vissuto in prima persona

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy