Corriere della Sera

La lettera a Mattarella e le polemiche sullo ius soli

- Virginia Piccolillo

Sembra cadere nel vuoto l’appello dei ragazzi del Movimento «Italiani senza cittadinan­za» a non essere lasciati soli. A due giorni dalla lettera pubblica inviata al capo dello Stato, Sergio Mattarella, affinché ritardi lo scioglimen­to delle Camere per dare tempo di approvare la norma sullo ius soli, dalle forze politiche non arriva il segnale univoco sperato.

«Legge sbagliata e morta e sepolta», dicono da Forza Italia. «Tempo scaduto» fa notare Roberto Calderoli (Lega). «Se Pd e M5S avessero avuto più coraggio oggi lo ius soli sarebbe legge», attaccano da Liberi e uguali.

I ragazzi nati in Italia da genitori nati all’estero non si arrendono e sperano nell’appello inviato al «caro presidente». Con un richiamo al 27 dicembre, a 70 anni dalla promulgazi­one della Costituzio­ne, scrivono: «In una giornata così bella e fondamenta­le per le nostre vite e per la nostra democrazia, è nostro dovere ricordarle come molte e molti di noi abbiano imparato a conoscere la Costituzio­ne tra i banchi di scuola, imparandon­e i valori fondamenta­li di libertà, uguaglianz­a, pace, rispetto». Citano l’articolo 3: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l’eguaglianz­a dei cittadini». E rimarcano: «Concorderà con noi che il 23 dicembre la Repubblica ha fallito nella rimozione di questi “ostacoli”, mantenendo di fatto una distinzion­e netta tra cittadini e non, basata su una concezione elitaria ed economica della cittadinan­za». «Non lasci che questa battaglia cada in un nulla di fatto», chiedono. Infine il monito: «Talvolta le autorità di un Paese democratic­o sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a creare argini contro la deriva di forze antidemocr­atiche e destabiliz­zanti». E il grido: «Non lasciateci soli».

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