La lettera a Mattarella e le polemiche sullo ius soli
Sembra cadere nel vuoto l’appello dei ragazzi del Movimento «Italiani senza cittadinanza» a non essere lasciati soli. A due giorni dalla lettera pubblica inviata al capo dello Stato, Sergio Mattarella, affinché ritardi lo scioglimento delle Camere per dare tempo di approvare la norma sullo ius soli, dalle forze politiche non arriva il segnale univoco sperato.
«Legge sbagliata e morta e sepolta», dicono da Forza Italia. «Tempo scaduto» fa notare Roberto Calderoli (Lega). «Se Pd e M5S avessero avuto più coraggio oggi lo ius soli sarebbe legge», attaccano da Liberi e uguali.
I ragazzi nati in Italia da genitori nati all’estero non si arrendono e sperano nell’appello inviato al «caro presidente». Con un richiamo al 27 dicembre, a 70 anni dalla promulgazione della Costituzione, scrivono: «In una giornata così bella e fondamentale per le nostre vite e per la nostra democrazia, è nostro dovere ricordarle come molte e molti di noi abbiano imparato a conoscere la Costituzione tra i banchi di scuola, imparandone i valori fondamentali di libertà, uguaglianza, pace, rispetto». Citano l’articolo 3: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano l’eguaglianza dei cittadini». E rimarcano: «Concorderà con noi che il 23 dicembre la Repubblica ha fallito nella rimozione di questi “ostacoli”, mantenendo di fatto una distinzione netta tra cittadini e non, basata su una concezione elitaria ed economica della cittadinanza». «Non lasci che questa battaglia cada in un nulla di fatto», chiedono. Infine il monito: «Talvolta le autorità di un Paese democratico sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a creare argini contro la deriva di forze antidemocratiche e destabilizzanti». E il grido: «Non lasciateci soli».