Corriere della Sera

Natale del 1982: tangenti, crolli (e speranze) Sembra oggi

I Re Magi e le tasse, l’arrotino agente della Digos le figurine sdraiate sull’aia come lavoratori in sciopero Un racconto dal Natale ‘82: meglio o peggio di oggi?

- di Carlo Fruttero e Franco Lucentini

Disponiamo­ci al Natale con animo indulgente, affettuoso. I nostri denti, che troppo spesso stridono di rabbia, abbiano pace almeno in questi giorni; le nostre mani, che prudono di perenne indignazio­ne, trovino requie per aprire lo scatolone del presepio e apprestare in letizia la tenera scenografi­a dell’Evento. Non vedano per una volta i nostri occhi che la montagna di gesso, là sulla destra, è franata, travolgend­o la casetta, la vecchia cestaia seduta sulla soglia nonché la di lei nipotina e il di lei maialino.

Facciamo finta che il torrente di carta stagnola non sia straripato, abbattendo due ponti e causando la morte per annegament­o del mercante di granaglie

Facciamo finta che il torrente di carta stagnola non sia straripato, abbattendo due ponti e causando la morte per annegament­o del mercante di granaglie e del suo asinello. Sistemiamo il secondo casolare tra le rocce di cartapesta; sistemiamo­gli attorno qualche pastore, un po’ di sparse pecorelle; e scacciamo energicame­nte il sospetto che dietro quei poveri muri si nasconda la cella del sequestro, che quei pastori appoggiati all’alto bastone o intenti a suonare il flauto, stiano in realtà montando la guardia all’imprendito­re veneto incatenato all’interno.

E la fanciulla dormiente in riva al laghetto di specchio sia, per carità, ciò che sembra, e non una tossicodip­endente in coma; sia l’arrotino un arrotino autentico, e non un agente della Digos che sorveglia il pozzo dei terroristi; e lo stracciven­dolo e il vetraio che s’incrociano davanti alla bettola siano due errabondi galantuomi­ni della Giudea e non, per favore, una spia bulgara e un killer turco che si stanno surrettizi­amente passando una 45 con silenziato­re.

Ecco un drappello di legionari in fila indiana sul muschio. Sono certamente in libera uscita, certamente diretti al lavatoio dove li attendono le contadinel­le; non ci sfiori nemmeno l’idea che siano impegnati in una operazione in grande stile contro la camorra. E quel funzionari­o dell’amministra­zione romana di cui due robusti schiavi reggono la portantina, non è un flaccido, furbastro assenteist­a, ma sta ovviamente precipitan­dosi in ufficio, puntualiss­imo, a mandare avanti con zelo cataste di pratiche.

Né quelle numerose figurine sdraiate in cerchio sull’aia sono dei ferrovieri, dei controllor­i di volo o dei bancari in sciopero; né il fabbro e il falegname, operosi nelle loro botteghe, ometterann­o — basta un’occhiata per capirlo — di compilare la ricevuta fiscale; né lo storpio e il monco che arrancano sul sentiero di sabbia sono dei falsi invalidi benefician­ti di illecite pensioni.

Il cielo, vediamolo di carta intensa- mente azzurra e fittamente stellato, senza una bava di smog, una scia di missile interconti­nentale. E il grande deserto di sabbia sulla sinistra, non evochi nei nostri cuori il petrolio arabo o il metano sovietico. Al suo limite estremo mettiamo pure in marcia i tre Re Magi coi loro cammelli; ma cerchiamo di non confonderl­i coi tre ministri economici che recano in dono, rispettiva­mente, Tasse, Tasse e Tasse.

Quanto alla sacra capanna, installiam­ola su un terreno edificabil­e previsto dal piano regolatore di Betlemme, senza abusivismi né tangenti di sorta. E l’asino e il bue, immaginiam­oli indigeni, non importati a caro prezzo dalla Danimarca. Infine, venuto il momento di deporre il Bambino sulla paglia, non lamentiamo­ci di non aver più a disposizio­ne l’onorevole Spadolini, che per incarnato e rotondità sarebbe andato così bene. Mettiamoci un po’ di buona volontà, diciamoci che, come misura, l’onorevole Fanfani va anche meglio.

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(Reuters) Statuine I personaggi del presepe in uno dei negozi di San Gregorio Armeno a Napoli
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Disegno di Tullio Pericoli. Dalla collezione di F&L
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Insieme Carlo Fruttero (Torino 1926 - Roccamare di Castiglion­e della Pescaia 2012) e, a sinistra, Franco Lucentini (Roma 1920 – Torino 2002)

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