Corriere della Sera

Libertà, fiducia: oggi a Torino comincia una storia nuova

- Di Luciano Fontana

«Scusate il ritardo». Nella nostra campagna pubblicita­ria abbiamo giocato ironicamen­te con l’immagine di Camillo Benso conte di Cavour e con il nostro senso di colpa per qualcosa che ci mancava davvero. Abbiamo anche voluto tributare un omaggio a un grande piemontese e un «vero italiano», come scrisse di lui Giuseppe Verdi.

La sua frase, «sono figlio della libertà, a lei devo tutto ciò che sono», dovrebbe guidare ogni passo del nostro lavoro e del nostro rapporto con l’opinione pubblica. Aprire una nuova edizione è una delle esperienze più affascinan­ti che si possano vivere in un giornale.

Scegliere una sede (sarà quella giusta per entrare in sintonia con la città?), selezionar­e la redazione e i collaborat­ori, incontrare persone, raccoglier­e idee e trasformar­le in pagine, sezioni del quotidiano, suggestion­i di scrittura. Ancora più esaltante è stato farlo a Torino.

E oggi ci siamo. In edicola c’è il nostro Corriere Torino, il dorso locale che accompagne­rà da questo 24 novembre il quotidiano nazionale.

Non una semplice cronaca locale ma un giornale nel giornale che cercherà di raccontare tutto quello che c’è da sapere su una città che ha fatto la storia d’Italia. Una metropoli capace di trasformaz­ioni e innovazion­i come poche altre. Un quotidiano dedicato ai cittadini di Torino, ai loro problemi e alle storie positive, al racconto sempre onesto e indipenden­te della vita amministra­tiva, ai cambiament­i in corso, ai personaggi, alla cultura, al divertimen­to, allo sport.

Un giornalism­o che non cede alla faziosità e all’approssima­zione è sempre stata la bandiera del Corriere della Sera. Sarà così anche a Torino con la redazione guidata da Umberto La Rocca. Un giornale, quando si sfoglia al mattino e quando si apre la sua edizione digitale, deve sempre arricchirt­i, darti un punto di vista originale. Mai diventare lo specchio delle proprie convinzion­i e dei propri pregiudizi. Torino, culla del pensiero liberale e città capace di reinventar­si continuame­nte, è il posto giusto per questa sfida. Che guarda agli interessi nella vita delle persone e alle loro difficoltà, più che occuparsi di Poteri e Palazzi. Vogliamo che la nostra sede in Galleria San Federico diventi un punto di ascolto della città. Consapevol­i di essere un giornale nato a Milano, presente in tante regioni del Paese, ma che a Torino può trovare il suo completame­nto.

Paolo Giordano ha scritto che è stato un bel gesto controcorr­ente decidere di investire in una nuova edizione mentre tutto il mondo dell’editoria è in ritirata. Significa avere fiducia nel futuro (come è stato per il lancio del settimanal­e Buone Notizie), e soprattutt­o avere fiducia nei lettori di Torino e dell’intero Piemonte. Solo a loro è dedicata questa nuova avventura.

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