Italia, testa a posto
Battuta a fatica l’Albania, gli azzurri vanno ai playoff nel quartetto delle prime: sorteggio più abbordabile
Un golletto di Candreva scaccia la paura. L’Italia vince in Albania e riemerge dal marasma in cui era sprofondata dopo l’insulso pareggio con la Macedonia. L’1-0 salva l’onore e il ranking anche se lascia aperti, sul tavolo di Ventura, tutti gli altri problemi: mancano infatti il gioco, il ritmo, la convinzione. L’1-1 di Torino aveva aperto una crisi, fisica e psicologica, che il diagonale dell’interista almeno ridimensiona, consentendo al c.t. e alla Federazione di concentrarsi sui playoff di metà novembre.
Il momento resta complicato, ma dopo questo passaggio cruciale abbiamo qualche certezza in più: intanto quello di essere teste di serie nel sorteggio di Zurigo, il 17 ottobre, poi di recuperare da qui a un mese buona parte degli assenti, soprattutto Verratti e De Rossi, ma anche Pellegrini e Marchisio, l’intero centrocampo. Per andare in Russia però servirà molto di più. La partita con l’Albania è diversa da quella con la Macedonia soprattutto nel risultato. L’Italia ci sta con la testa, questo si, gioca con attenzione e evita gli svarioni ma contro una squadra senza obiettivi e neppure la voglia di metterci troppo in difficoltà, spesso va in sofferenza. E se Candreva segna l’acuto da tre punti, vanno segnalate due chiusure decisive nel cuore dell’area del solito gigantesco Chiellini. Se tutti avessero il temperamento di Giorgione il lungo mese di attesa verso i playoff di metà novembre lo passeremmo più serenamente. Invece resteremo con l’ansia. Indipendentemente dal nome della nostra avversaria, una tra Grecia, Svezia e le due Irlande, l’Italia deve ritrovare convinzione, determinazione, equilibrio, soprattutto fiducia. Il 42-4, come era stato il 3-4-3 a Torino, non funziona granché. Ma non è una questione di moduli. Bisogna alzare il ritmo, aumentare la velocità e l’intensità, occupare meglio il campo. Soprattutto tornare a essere squadra. Il patto per il Mondiale sta dando i primi timidi frutti. Ma siamo solo all’inizio di un percorso.
Il clima è amichevole sin dal riscaldamento: applausi per gli
azzurri anche dai tifosi albanesi e partita narcotizzata. Ventura sceglie il 4-2-4 che in realtà è un 4-4-2 visto che Candreva rientra sempre dentro e Insigne funziona quasi da regista arretrato. Il primo tempo è soporifero. Gli albanesi di Panucci tirano due volte in porta senza pretese nei primi dieci minuti e poi più niente. L’Italia prova ad alzare ritmo e baricentro, ma i rimpianti sono solo per un tiro di Immobile murato da Berisha.
Nella ripresa si vede qualcosa in più, su entrambi i fronti. Gli azzurri ci provano anche se, sino al gol, sono scarsamente lucidi. Eder corre tanto e sbaglia, Immobile è spaesato, Candreva spento. Ma è proprio l’interista a risolvere la partita, facilitato da un liscio di Agolli che lascia passare il cross lungo da sinistra di Spinazzola. Un sorriso nel deserto. Dieci minuti prima Buffon aveva salvato il risultato sull’intraprendente Grezda. E dopo ci pensa Chiellini. Immobile, alla fine, spreca il contropiede del 2-0: onestamente sarebbe un premio eccessivo per la piccola Italia.