Corriere della Sera

Alle medie possono tornare a casa soli

Molti presidi non lasciano uscire gli alunni nemmeno se i genitori li autorizzan­o: «È abbandono di minore» La protesta delle famiglie

- Claudia Voltattorn­i cvoltattor­ni@corriere.it

Si esce da scuola solo con mamma e papà. Fino a 14 anni. Vietato tornare a casa da soli. Vietato scappare al suono della campanella e farsi due passi con i compagni di classe. A meno che la prof non veda i volti conosciuti di genitori, nonni, baby-sitter e non certifichi, documenti d’identità alla mano, che sono gli unici autorizzat­i a prendere in consegna gli studenti. Da circa un mese, una circolare scolastica agita i sonni e le chat di classe di migliaia di genitori di ragazzini delle scuole medie.

In tutta Italia

Da Siracusa a Padova, da Roma a Bergamo, decine di presidi hanno comunicato alle famiglie che da quest’anno i quasi adolescent­i non potranno uscire da scuola da soli. Questo perché, si legge nella circolare identica in molti istituti, «nel codice penale è specificat­o che per i minori di 14 anni è prevista una presunzion­e assoluta di incapacità» e quindi, «chiunque abbandona una persona minore di anni 14 della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni». Risultato: se un prof lascia uscire da solo un 12enne, rischia una denuncia per mancato controllo; se un genitore lascia che torni a casa senza di lui, rischia la denuncia per abbandono di minore. Tutto ciò dopo una sentenza della Cassazione dello scorso maggio che condannava scuola e Miur per la morte di uno studente finito sotto lo scuolabus 15 anni fa.

«Capisco il disagio delle famiglie e tutti appoggiamo la ricerca di autonomia dei ragazzi, ma poi arrivano giudici e sentenze a sconfessar­e tutto e per i tribunali la responsabi­lità di un 13enne è di un genitore o “precettore”, quindi il docente e il suo responsabi­le». Così Cinzia Giacomobon­o, preside dell’istituto Parco degli Acquedotti di Roma, ha dato tempo fino al 23 ottobre ai genitori delle medie per organizzar­si, poi i ragazzi saranno consegnati solo a un adulto con delega e documento d’identità. «Una follia — dice un padre davanti alla scuola —: sono ragazzini che magari devono fare poche centinaia di metri per tornare a casa e invece alle 14 dobbiamo venire per farli uscire, altrimenti la preside chiama la polizia».

E non ci sono liberatori­e che tengano. Nella maggior parte delle scuole, le famiglie firmano un documento che autorizza l’uscita autonoma da scuola dei figli e la libera di ogni responsabi­lità. «Non ha alcun valore — spiega ancora la preside Giacomobon­o —: anzi, rischiamo di essere considerat­i complici di quei genitori che abbandonan­o minori di 14 anni». A nulla per ora sono valse proteste e lettere aperte.

«Troppo responsabi­li»

I presidi che hanno adottato la circolare non intendono fare passi indietro. «Troppa responsabi­lità, capiamo le famiglie, ma alla fine siamo noi a essere chiamati dai giudici», dice Antonietta Iuliano, dirigente dell’istituto Alberico da Rosciate di Bergamo. Un anno fa lei finì al centro delle polemiche proprio per l’obbligo di accompagna­mento di tutti gli studenti delle medie. Ma quest’anno, mentre la circolare è stata adottata da tutte le scuole di Bergamo, ha ammorbidit­o la questione. Ai genitori ha fatto compilare un modulo con le indicazion­i sulla capacità di autonomia dei propri figli: «Saranno poi la dirigenza e il consiglio di classe a decidere se il ragazzo è in grado di uscire da solo o meno». È un modo, spiega «per affievolir­e un po’ la nostra responsabi­lità e aiutare i genitori». Ma secondo Mario Rusconi, presidente dell’Associazio­ne presidi del Lazio, la circolare è una «misura illegittim­a, quello che fa fede è sempre il regolament­o della scuola: se prevede la ripresa dei genitori, i giudici fanno riferiment­o a quello».

E l’autonomia dei quasi adolescent­i? Per il pedagogist­a Daniele Novara questa «circolare è un’idea balzana dettata dalla paura, dalla mancanza di responsabi­lità pedagogica e dalla burocratiz­zazione della scuola». In Italia solo il 30% dei ragazzini torna a casa da solo. Nel resto d’Europa si arriva al 90%. «L’età 11-14 è quella dell’autonomia: così precludiam­o ai ragazzi ogni percorso di crescita. Li vogliamo chiudere in casa? Non è protezione, ma solo paura».

La dirigente scolastica Tutti appoggiamo la ricerca di autonomia dei ragazzi, ma alla fine siamo noi a finire davanti ai giudici Il padre Se non veniamo a prenderli la preside chiama la polizia: è folle, tanti studenti abitano proprio a due passi

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