Onida: «Finalmente il Parlamento si è mosso Testo costituzionale, però contraddittorio»
«Non possiamo certo andare a votare con due “residuati bellici” frutto delle sentenze di parziale annullamento della Consulta. Ed è un bene, dunque, che il Parlamento, seppure con un forte ritardo, si sia preso la responsabilità di dare una legge elettorale al Paese». Il professor Valerio Onida, già presidente della Corte costituzionale, è convinto che «la convergenza trasversale» registrata alla Camera intorno al testo del Rosatellum 2.0 in qualche modo riscatti il ruolo del Parlamento dopo l’impasse durata fin troppo: «È sicuramente un passo in avanti perché la legge, col suo schema misto fatto di un terzo di maggioritario in collegi uninominali e di due terzi di proporzionale, prefigura un sistema omogeneo per la Camera e per il Senato. Però c’è una contraddizione: l’elezione nel collegio uninominale non è più veramente tale se il voto è unico per l’uninominale e la lista. Occorrono due schede o almeno il voto disgiunto».
Però Alessandro Di Battista (M5S) parla di «colpo di Stato» per penalizzare il Movimento di Grillo. Esagera
a ritenere che il testo costituisca una forzatura della Costituzione? «Più che di profili di diretta incostituzionalità, parlerei di una contraddittorietà interna a proposito di un sistema formalmente misto che però non consente di distinguere tra voto nel collegio uninominale e voto di lista nel collegio plurinominale».
Il M5S teme di perdere in tutti i collegi.
«Non è detto che le cose vadano così. È vero che nell’uninominale conta il candidato ma