Hollywood e gli abusi La rivolta delle donne
Scandalo sessuale, attacco di Meryl Streep e altre star. Il produttore licenziato dal fratello
Per anni è stato uno dei personaggi più influenti di Hollywood. Harvey Weinstein adesso è finito nella polvere, travolto dalle accuse di molestie sessuali. Meryl Streep e altre star hanno invitato le vittime a denunciare il produttore.
Chissà quante bottiglie di champagne avrà stappato Harvey Weinstein per festeggiare i successi della sua lunga e — fino a qualche giorno fa — fortunata carriera. Probabilmente così tante che ormai, arrivato a 65 anni, non pensava nemmeno più che un giorno, la sua fama di produttore tra i più influenti di Hollywood, sarebbe stata di colpo spazzata via, annientata dall’immagine di un uomo che per decenni ha abusato del suo potere, molestando giovani donne. Ora che però il tappo è saltato non dall’ennesima bottiglia, ma sullo scandalo che sta costringendo tutto il mondo dello spettacolo americano a un imbarazzante esame di coscienza, le accuse nei confronti di Weinstein — licenziato domenica dalla sua stessa società, un’azienda che porta il suo nome e in cui lavora anche il fratello — si moltiplicano ora dopo ora senza sosta.
E se non sono accuse, sono condanne, come quella, pesantissima, di Meryl Streep. L’attrice, che nel 2012, durante la cerimonia dei Golden Globe aveva chiamato il produttore «Dio», ha definito il comportamento di Weinstein «imperdonabile» e il suo abuso di potere «disgustoso», aggiungendo che «le donne coraggiose che hanno fatto sentire la loro voce per denunciare gli abusi sono delle eroine». Streep inoltre, ha voluto chiarire quanto fosse totalmente all’oscuro di questo lato del produttore che considerava suo amico: «Non tutti sapevano, Harvey ha sostenuto il mio lavoro ed è stato sempre rispettoso con me. Non sapevo di questi suoi comportamenti».
E non sospettava nulla nemmeno Judi Dench che, anzi, si sentiva così in debito verso il produttore che in passato, per sorprenderlo, si era fatta un finto tatuaggio con le sue iniziali. Ieri, tramite un comunicato, ha fatto sapere che nonostante Weinstein abbia aiutato la sua carriera negli ultimi vent’anni, «ero completamente all’oscuro di queste accuse che sono, senza dubbio, terrificanti. Do il mio sostegno a chi ha sofferto e il mio totale supporto a tutte coloro che hanno denunciato quanto è successo».
Tra i nomi noti, la prima a farlo è stata l’attrice Ashley Judd, raccontando quando, 20 anni fa, pensando di andare a un appuntamento di lavoro era stata invece molestata dal produttore, che le avrebbe chiesto se volesse un massaggio o preferisse guardarlo mentre si faceva una doccia. Erano gli anni Novanta e Weinstein era a capo della Miramax.
Tra chi si sta più battendo perché quella nata come un’inchiesta del New York Times sul produttore non smetta di indignare c’è poi Rose McGowan. L’attrice sta usando i suoi social network per proseguire la battaglia, incitando uomini e donne ad essere «alleati» e a «combattere» insieme. Nelle ultime ore ha postato una sua fotografia che la ritrae molto giovane, scrivendo: «Questa è la ragazza che è stata vittima di un mostro. Questa è chi avete coperto di vergogna con il vostro silenzio», riferendosi anche a chi non ha trovato il coraggio di denunciare le molestie che Weinstein avrebbe portato avanti per oltre trent’anni, di fatto coprendole. Non si parla solo di
Chi ha subito le molestie parli Il comportamento di Harvey è disgustoso ma non tutti sapevano Meryl Streep
aspiranti attrici, ma anche di diverse dipendenti delle sue società costrette a subire i suoi pesanti approcci.
La produttrice Elizabeth Karlesn, ad esempio, ha raccontato che quando lavorava con lui, trent’anni fa, in un’occasione lo aveva trovato nudo nel suo letto, mentre la giornalista Lauren Sivan ha fatto sapere che Weinstein era arrivato a masturbarsi davanti a lei. Succedeva dieci anni fa.
E poi ci sono le parole della scrittrice Liza Campbell, secondo cui Weinstein in passato aveva cercato di convincerla a fare un bagno con lui. Tra le altre accusatrici, anche Ambra Battilana, parte lesa nel processo Ruby bis, che ha denunciato di aver subito molestie dal produttore. Ma la sensazione è che sia solo l’inizio. Intanto il dibattito su quanto certi comportamenti siano accettati finché occulti sta imponendo allo spettacolo americano una riflessione.
Tra le prese di posizione più nette quella di Jessica Chastain: si è detta stufa che «i media chiedano solo alle donne di prendere posizione. E gli uomini? Forse molti sanno di doversi fare un esame di coscienza sul proprio comportamento». Michael Keaton ha definito invece Weinstein «disgustoso e raccapricciante» mentre Lena Dunham ha attaccato la sua compagnia, sostenendo che tutti «avevano sempre saputo tutto». Ipotesi che troverebbe qualche appiglio nella decisione dell’avvocatessa Lisa Bloom, sensibile alla causa delle molestie, di essersi dimessa da consulente del produttore. Tra chi non è rimasto sorpreso, c’è il presidente Trump. Qualche giorno fa ha commentato: «Conosco Weinstein da tempo e la cosa non mi sorprende affatto».
Coscienza Jessica Chastain: forse altri uomini sono preoccupati di dover fare esami di coscienza