Gobbi, l’«orologiaro della Real Corte» compie 175 anni
Dinner party a Milano per celebrare l’apertura del primo negozio. Capsule di gioielli con il simbolo della spirale
Alessandro Manzoni è finalmente soddisfatto. Dopo anni di ripensamenti scrive la parola fine sul manoscritto definitivo dei «Promessi sposi» nel 1842, 175 anni fa, quando Raimondo Gobbi apre il proprio negozio d’orologi nel cuore di Modena, in quei Portici di San Carlo che ancor oggi costituiscono il riferimento della città.
La bottega viene presto insignita del titolo di «Orologiaro della Real Corte» da Francesco V d’Asburgo-Este, ultimo sovrano regnante del Ducato di Modena e Reggio. Ultimo perché nel 1859, infatti, il ducato venne annesso al Regno d’Italia da Vittorio Emanuele II. Nel 1896, infine, il figlio di Raimondo, Giuseppe, trasferisce l’attività a Milano, in quel Corso Vittorio Emanuele II (la coincidenza…) dove apre ancor oggi le sue vetrine.
Un anniversario così importante va festeggiato degnamente e nel luogo giusto: un «dinner party» al Castello Sforzesco, uno dei simboli della città, Milano, che ha saputo accogliere l’antica orologeria fino a farla diventare un punto di riferimento. Una festa, quella del 175° anniversario, che rompe la tradizionale riservatezza fatta di scelte atipiche (solo due marche d’orologi, ma fra le più prestigiose) e una di gioielli, cui per l’occasione si aggiungerà una propria capsule — collane, anelli, orecchini e ciondoli — che proprio dall’orologeria traggono ispirazione. «Ho scelto la spirale come motivo conduttore: è il cuore d’ogni orologio meccanico. Ma è anche un simbolo fortemente evocativo e la sua morbida geometria mi è sembrata l’ideale per gioielli in grado di costruire un ponte fra passato e futuro». Serena Pozzolini Gobbi — giovane, pacata, sorridente — descrive così la collezione. «Ma non basta. Sono gioielli di qualità, che puntano ad essere apprezzati anche nel tempo».