Spot cult e produzioni «Ora la sfida è in rete»
Carosello compie 60 anni. Filmmaster 40. La celebre casa di produzione pubblicitaria, nasce dall’intuizione di 3 visionari (Sergio Castellani, Stefano Coffa e Giorgio Marino) nel 1977, in pieno boom economico. Da allora siamo passati dall’uomo in ammollo nella storica pubblicità di Bio Presto (anni 70), agli spot virali di David Karlak, che sperimenta sistemi di Atom View (ambienti VR più veloci, con maggiore fedeltà di colori rispetto ad oggi) e realizzato per Filmmaster il corto Alien In Utero prodotto da Ridley Scott. In Italia a settembre. La casa di produzione, che oggi opera anche nel live entertainment e show, ha realizzato 4 mila campagne pubblicitarie, vincendo 27 Leoni all’International Advertising Festival di Cannes, dei quali 8 d’oro. Chi non si è intenerito almeno una volta dinanzi allo slogan «Quando C’è Barilla c’è casa» negli anni 80, o canticchiato «Ciripiripì Kodak», o, più di recente, sorriso davanti allo spot del Buondì Motta, quello con l’asteroide? Negli anni hanno firmato spot Alessandro D’Alatri, Daniele Luchetti, perfino Federico Fellini (Banca di Roma, 1992). Oggi tutto è cambiato. Le immagini seguono flussi rizomatici, le parole d’ordine sono: crossmedialità, utilizzo del dato, engagement. «Non produciamo più solo pubblicità, ma contenuti versatili adattabili a più piattaforme», afferma Lorenzo Cefis, Ceo di Filmmaster Productions. Solo in Italia, il Programmatic Advertising (uso di cookie e pixel) ed il Cross-channel marketing (su più canali, Social e non) sfiorerà i 400 milioni di Euro (+25% sul 2016). «Il consumatore deve essere condotto in mondi dove può scegliere, commentare, condividere». E partecipare attivamente allo storytelling. Che oggi più che mai ha il potere di inspirarci, farci sorridere, piangere, a volte anche cambiare il mondo. Come nel caso del primo vertical video contest per mobile ideato da Userfarm (la piattaforma di video crowdsourcing che Filmmaster ha acquisito nel 2016 per 4 milioni di euro). Il committente, Nespresso, ha ideato un talent aperto a videomaker di tutto il mondo per realizzare video in formato verticale (9:16), visto che il device non si sfoglia con l’indice, come fosse un giornale, ma si scrolla verticalmente. L’idea del contest («You have the power to…»), chiude il 7 aprile, e vuol rendere i giovani partecipi di un cambiamento positivo nel mondo. Userfarm «è una rivoluzione copernicana. Rispetto alla produzione tradizionale, è l’applicazione della sharing economy alla filiera produttiva delle immagini in movimento» aggiunge Cefis. «Sul mercato di Corea ed Usa acquistiamo le migliori tecnologie» spiega Alfredo Accatino, direttore creativo Filmmaster Events — non ha senso averle internamente, cambiano troppo in fretta». Pensiamo al ritornello di Telefunken: «Potevamo stupirvi con effetti speciali». Era il 1981. Da allora tutto è più smart. Anche bloccare lo spot. Con «AdFree».
Non si fa più solo pubblicità: contenuti adattabili a diverse piattaforme