Il ritorno del Gallo fa felice il Torino
Sassuolo k.o. Mihajlovic: «Li vale, 100 milioni...»
La favola ricomincia. Riecco Belotti, riecco il Toro che vince. Il Gallo si scrolla di dosso un peso grande così, dopo un’estate inquieta vissuta al centro del mercato, e torna a essere decisivo. Una sforbiciata volante, un’autentica meraviglia, apre la strada successo dei granata sul Sassuolo, reso rotondo nel finale da Ljajic e Obi. Il gol è una liberazione dopo mesi in bilico e, a quattro giorni dal gong delle trattative, fa sognare il popolo del Torino. Se non ci saranno sorprese, si può davvero sognare l’Europa con il bomber ritrovato. Resta l’insidia Monaco ora che l’affare Mbappé-Psg è arrivato al traguardo ma i monegaschi al momento sono diretti sull’interista Jovetic. Intanto Sinisa Mihajlovic se lo coccola: «Andrea non è ancora al massimo ma ha fatto un gol che fa capire perché valga 100 milioni... Possiamo solo sperare che non arrivi nessuno con 100 milioni, altrimenti dipenderebbe solo dal giocatore. Sono tutti contenti se rimane, è il nostro capitano, il nostro bomber. Però la forza del Toro sta nel gruppo, dove si esalta ogni singolo giocatore».
Il mercato però non è soltanto un pericolo, perché nel rush finale i granata completeranno il percorso compiuto fin qui con gli innesti attesi. Il tecnico non si sbilancia sui nomi — Burdisso (Getty Images)
per la difesa, Donsah per la mediana e l’idea Emre Mor, da aggiungere a Niang e Kishna, per l’attacco — e si limita a riconoscere che «in attacco siamo un po’ corti». Il faro è sugli esterni, lì dove il Toro fonda gran parte della sua manovra (specie adesso che manca Baselli in regia) e della sua pericolosità. Positivo Iago Falque in tandem con De Silvestri; rimandato Berenguer, frizzante ma intermittente. Così come a corrente alternata è andato Ljajic nella prima metà di gara, salvo poi crescere. Dalla sua fantasia, unita ai gol di Belotti, dipende molto della stagione granata.
Nel complesso più Toro, dopo una prima frazione con pochi squilli, e poco Sassuolo nel complesso. La squadra di Bucchi non sfigura ma ha un deficit di pericolosità offensiva: tutte le trame evaporano sulla soglia dell’area avversaria: mai negli anni di serie A c’erano stati zero gol all’attivo dopo due giornate di campionato. E la Var? L’arbitro Mazzoleni corregge due volte le sue decisioni e cancella i rigori assegnati prima al Toro (tocco di braccio di Cannavaro, ma con carambola sulla testa) e poi al Sassuolo (De Silvestri su Ragusa in area, ma in fuorigioco). Intanto, il Gallo è tornato.