Soldi pubblici per abiti e tablet Il sindaco pd ai domiciliari
Che i conti non tornassero e le casse dell’Uncem regionale, l’unione dei comuni e delle comunità montane, fossero sempre più in rosso con una perdita di oltre 2,4 milioni di euro, a Oreste Giurlani, 53 anni, da due anni sindaco di Pescia (la frazione Collodi è il paese di Pinocchio), finito ieri agli arresti domiciliari per peculato, pare non interessasse più di tanto. Anzi, quando sedeva sulla massima poltrona dell’Uncem, l’amministratore ed esponente del Pd, spendeva senza ritegno per acquistare un numero imprecisato di telefonini, tablet, cappotti da oltre 800 euro l’uno, rimborsi carburante da 11 mila euro (totale mensile di 15 mila chilometri) e scontrini di ristoranti per quasi mille euro al mese. Non solo. Secondo le indagini della Procura di Firenze, coordinate dal procuratore Giuseppe Creazzo e dal sostituto Tommaso Coletta, Giurlani — che riveste anche la carica di vice presidente dell’Anci della Toscana — avrebbe gonfiato il conto a dismisura aggiungendo
Chi è Oreste Giurlani, 53 anni, ha guidato l’Unione toscana di comuni e comunità montane
altre spese per consulenze private e auto liquidazioni. Nel presunto «bottino» del primo cittadino, circa 570 mila euro (ma il gip di Firenze Anna Liguori, ha disposto un sequestro preventivo di 620 mila euro), c’era un po’ di tutto, anche addobbi natalizi e statue per il presepe di un certo pregio. Ma gli acquisti non avevano quasi mai motivazioni valide e trasparenti e, spesso, neppure le dovute ricevute. «Avvenivano, almeno secondo le nostre indagini, senza un adeguato sistema di controllo, ci spiace dirlo, di questo ente pubblico», ha sottolineato ieri il procuratore Creazzo. L’inchiesta è partita da un esposto del consigliere regionale Giovanni Donzelli, esponente nazionale di Fdi. Che sull’argomento aveva anche presentato una raffica d’interrogazioni e nel novembre 2014 aveva occupato la sede dell’Uncem dopo aver chiesto inutilmente i dettagli dei bilanci. «Siamo solo agli inizi e dopo l’arresto del sindaco adesso bisogna fare luce sul sistema di potere, di clientele e di non controllo che ha generato questo scandalo», commenta Donzelli. Il sindaco è inquisito anche per corruzione in un’inchiesta parallela che sfiora Collodi e alcuni lavori nel parco di Pinocchio.