Chiodi e foto di zombie No vax contro Lorenzin
Ordigni, minacce e manifesti no vax contro il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che lo scorso 19 maggio ha varato il decreto legge con l’obbligo delle vaccinazioni per l’accesso alla scuola.
Alle 7.40 del mattino di ieri, quando la dottoressa Luisa Porrati sta per aprire la sede vaccinale di Ponte San Pietro, a sette chilometri da Bergamo, non crede ai suoi occhi. Sul cancello sono appesi due cartelli: il primo raffigura Lorenzin con una mega siringa in mano e circondata da zombie. Nel secondo si passa all’attacco: «Per il progresso scientifico. Contro la dittatura medica. Per la libertà di scelta vaccinale». Entrambi sono firmati dal Manipolo d’avanguardia, movimento di estrema destra non nuovo ad atti intimidatori. Poco dopo arriva il direttore dell’ambulatorio Fausto Alborghetti che nota anche un ordigno scoppiato: inizialmente sembra una bomba carta, poi la questura opta per l’ipotesi di torce con chiodi.
Neppure un’ora più tardi, alla sede vaccinale di Sant’Omobono, sempre alle porte di Bergamo, un’altra dipendente degli uffici amministrativi, Fabiana Premoli, si trova davanti alla stessa scena. Scattano le denunce alle forze dell’ordine. E si alza l’allarme: «Sui vaccini si stanno superando i limiti — dice l’assessore alla Sanità della Lombardia Giulio Gallera —, dimenticando che al centro c’è una questione prima di tutto di salute pubblica. Che le istituzioni hanno il dovere di tutelare per proteggere l’intera comunità».
Preoccupa l’escalation violenta di chi si oppone ai vaccini. Negli scorsi giorni è stato preso di mira su Facebook il virologo dell’ospedale San Raffaele Roberto Burioni. Minacce forti: «Ho un proiettile con il suo nome pronto in canna». L’assessore Gallera richiama alla responsabilità: «Invito tutti ad abbassare i toni, gesti gravissimi come quelli contro il ministro Lorenzin o il professor Burioni non devono più ripetersi».