L’INTERVENTO
IL FUTURO DELLA UE
Oggi l’Unione Europea ha bisogno sia di salvarsi che di reinventarsi radicalmente. La precedenza spetta alla salvezza, perché l’Europa in questo momento versa in grave pericolo esistenziale. Ma non meno essenziale è il compito di rilanciare il sostegno di cui godeva il progetto europeo in passato.
Il pericolo esistenziale che minaccia l’Unione europea è in parte esterno. L’Unione è circondata da potenze ostili a tutto ciò che essa rappresenta: la Russia di Vladimir Putin, la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, l’Egitto di Abdel Fattah el-Sisi, e quell’America che Donald Trump si propone di creare con tutte le sue forze. Le tendenze autoritarie di questi capi di Stato sono in linea con i partiti anti-liberali che oggi sono al potere in Polonia e Ungheria, oppure in crescita in altri paesi membri.
Ma la minaccia viene anche dal suo interno. L’Unione europea è governata da trattati che, in seguito alla crisi finanziaria del 2008, si sono rivelati in larga misura superati. L’eurozona in particolare si sta rivelando l’esatto opposto delle intenzioni originarie. E a seguito della crisi finanziaria del 2008, la zona euro si è trasformata in una organizzazione in cui gli stati creditori hanno dettato i termini ai paesi debitori che non riuscivano a rispettare i propri impegni. Nell’imporre l’austerità, i creditori hanno reso praticamente impossibile ai debitori di ripianare le loro passività.
Per questo occorre reinventare radicalmente l’Unione europea. L’approccio dall’alto verso il basso, che Jean Monnet utilizzò negli anni Cinquanta per lanciare l’integrazione europea, portò avanti questo processo per molto tempo, per poi gonfiarsi. Ora l’Europa ha bisogno di uno sforzo collaborativo capace di abbinare il sistema «dall’alto verso il basso» delle sue istituzioni alle iniziative «dal basso verso l’alto», necessarie per ridare entusiasmo agli elettori. .
Prendiamo ad esempio la Brexit, che farà certamente danni incalcolabili da entrambe le parti. Occorre innanzitutto riconoscere, in seno all’Unione, che la Brexit è il primo passo verso la disintegrazione dell’Europa, e pertanto una proposta che vede tutti perdenti. Al contrario, rendere Con la bandiera Ue Una recente protesta a Budapest contro la riforma dell’istruzione
di nu0vo interessante il progetto europeo potrebbe infondere nei cittadini, specie ai giovani, la speranza di un futuro migliore.
Il mancato chiarimento del rapporto tra l’euro e l’Unione europea riflette un difetto di ben altra portata: l’idea che i vari stati membri possano muoversi a diverse velocità, ma sempre verso un’unica destinazione finale. Tuttavia, un numero crescente di elettori si oppone all’idea di «un’unione sempre più stretta» e la respinge con forza.Sarebbe meglio abbandonare questo progetto e sostituire un’Europa «a più velocità» con un’Europa «a più corsie», che consenta agli stati membri di effettuare una più ampia gamma di scelte democratiche. Una mossa, questa, che avrebbe un effetto positivo di vasta portata.
Sono fermamente convinto dell’importanza di questo impeto collettivo. Già si avvertivano i primi segnali di un cambiamento positivo con la secca sconfitta del nazionalista Geert Wilders nelle elezioni politiche in Olanda. E con Macron mi sento molto più fiducioso. Il rilancio a favore dell’Europa potrebbe rivelarsi forte abbastanza da