UNA LEGGE PROPORZIONALE GARANTISCE L’INSTABILITÀ
Una legge elettorale proporzionale, nelle attuali condizioni politiche e istituzionali, è destinata a garantire l’instabilità del futuro governo. La citazione dell’esperienza tedesca non vale. I tedeschi hanno due partiti solidi, la clausola di sbarramento al 5%, la sfiducia costruttiva, una sola Camera che dà o toglie la fiducia, un termine entro il quale il Bundestag deve eleggere il cancelliere, a pena di scioglimento.
È difficile che venga approvato lo sbarramento al 5%. Sulla base degli attuali sondaggi entrerebbero in Parlamento solo Pd, M5S, Forza Italia e Lega; questi quattro partiti dovrebbero stipulare una intesa tra loro contro tutti gli altri. Il partito di Alfano e gli scissionisti del Pd, che oggi sostengono il governo, lo farebbero cadere. Un Esecutivo transitorio per fare la legge elettorale, sostenuto dai quattro maggiori partiti, contro tutti gli altri, non è prevedibile né auspicabile. Perciò si andrebbe a votare con le leggi elettorali ricavabili dalle sentenze della Corte Costituzionale: sistema proporzionale; clausola di sbarramento del 3% alla Camera e dell’8% al Senato; nessun ballottaggio.
L’interesse generale richiederebbe una legge maggioritaria. A pochi mesi dalle elezioni, forse a poche settimane, ciascun partito sa, più o meno, a quanto ammonta il proprio consenso elettorale e teme di perderne una parte. Ma non può essere questo l’unico criterio per decidere. La situazione richiede il massimo senso di responsabilità; l’assenza di un governo affidabile e la speculazione potrebbero far precipitare la crisi in direzioni disastrose
Scelte necessarie Ci vuole il massimo senso di responsabilità, rischiamo di precipitare in una crisi peggiore
anche per i partiti.
La riforma bocciata dal referendum del 4 dicembre proponeva un sistema politico più stabile, attribuendo, ad esempio, il potere di fiducia alla sola Camera. Sappiamo che non si è votato sulla riforma ma su chi l’aveva proposta; ha sbagliato tanto chi ha peccato di presunzione quanto chi non ha saputo scindere l’interesse generale dalle proprie propensioni soggettive. Oggi ci troviamo in una situazione analoga; ricadere nelle stesse superficialità sarebbe diabolico.
Sul tappeto non c’è solo la riforma elettorale. Occorre rendere più funzionale l’intero sistema politico. Intervenendo sui regolamenti della Camera e del Senato potrebbero essere approvate rapidamente, basta il voto di una sola Camera, una nuova disciplina dei decreti legge e la cancellazione dei maxiemendamenti, obbiettivi sui quali tutti sembrano essere d’accordo. Sarebbe possibile introdurre anche una sorta di sfiducia costruttiva stabilendo che la mozione di sfiducia non è ammessa se non contiene il nome del candidato alla presidenza del Consiglio che i sottoscrittori della mozione, in caso di vittoria, proporranno al Presidente della Repubblica. Il governo sarebbe più stabile.
Le difficoltà ci sono, ma ci sono anche le soluzioni; bisogna smettere di muoversi come topini ciechi attorno a una tazza di latte, che non si avvedono del gatto in arrivo alle loro spalle.