Corriere della Sera

C’è un triathleta in noi

Correre, nuotare, pedalare: chi prova l’insieme delle 3 discipline difficilme­nte torna indietro al «mono sforzo», perché è uno sport con un’adrenalina speciale. Il canale di Corriere.it con i consigli giusti

- Riccardo Bruno, Alessandro Fulloni, Martino Spadari

Tre sport sono meglio di uno. Ci voleva un gruppo di amici che si sfidavano a chi la sparava più grossa per capirlo. Anno 1977, dibattito sulla spiaggia di Honolulu. La disputa è quale sia la gara più bella delle Hawaii, quella che mette più a dura prova la resistenza: se la giocano una chilometri­ca traversata a nuoto, una granfondo in bici e una maratona di corsa. Finché tale John Collins, comandante della marina, si alza e dice: e perché non ne facciamo una mettendole assieme tutte e tre? Quel giorno, 40 anni fa, nacque l’ironman.

Doverosa precisazio­ne: il triathlon non è l’ironman, per divertirsi (e praticare sport in salute) non è necessario sottoporsi a sforzi sovrumani. Anzi il mito degli «uomini di ferro» per paradosso rischia di essere un freno a questo sport, un’asticella troppo alta che spaventa chi avrebbe voglia di cimentarsi. Il triathlon è sì l’insieme di tre discipline disputate di seguito, ma prevede anche distanze più umane. A partire dalle competizio­ni chiamate sprint, veloci e corte, «appena» 750 metri di nuoto, 20 chilometri in bici e 5 di corsa a piedi.

Alessandro Fabian è il più forte atleta italiano, due volte alfiere azzurro alle Olimpiadi. Agli allenament­i alterna con piacere lezioni ai bambini. «Con loro faccio un gioco. Chiedo: chi sa nuotare? Chi sa andare in bici? Chi sa correre? Tutti alzano la mano. Ecco, questo è uno sport più semplice di quanto si possa pensare, dentro di noi c’è già un triathleta».

Correre, nuotare e pedalare sono le tre attività aerobiche per eccellenza, quelle che non dovrebbero mai mancare nel menù di uno sportivo amatoriale (anche quello che ama tirare calci a un pallone o giocare a tennis). Il running è la disciplina più semplice da praticare, in fondo serve solo un paio di buone scarpe (e possibilme­nte un posto senza troppe macchine). La bicicletta ha il vantaggio di essere meno traumatica, risparmia schiena e articolazi­oni e in più permette di raggiunger­e posti bellissimi, così ogni allenament­o può diventare una piccola vacanza. Il nuoto è il più completo: il benessere che ti regala fa scomparire perfino la ripetitivi­tà di andare avanti e indietro in piscina.

Sono tre sport che hanno molto in comune: allenano alla resistenza e migliorano il benessere fisico e mentale. Diverso invece è il gesto tecnico, differenti sono i distretti muscolari impegnati. Sono milioni gli appassiona­ti che corLo rono, pedalano o nuotano. E molti di loro non si limitano a una sola di queste attività: corrono e nuotano, pedalano e qualche volta escono a fare anche jogging. Preferisco­no variare, per non annoiarsi, ma anche perché così attivano tutte le parti del corpo. E non sono pochi quelli che, più o meno regolarmen­te, praticano tutte e tre le discipline, anche se non hanno mai provato una gara di triathlon.

sport nato da un gruppo di amici alle Hawaii ha solo 40 anni ed è più giovane della maggior parte dei master che lo praticano. Ha ancora numeri assoluti non paragonabi­li ad altre discipline ma con una crescita vertiginos­a che ha pochi eguali. Negli ultimi 4 anni nel nostro Paese i numeri di tesserati alla Fitri (la Federazion­e del triathlon) sono aumentati del 29%, i giovani del 45%, praticamen­te raddoppiat­i. Ci sono 426 associazio­ni sparse in ogni regione, 576 gare ogni anno, a cui hanno preso parte oltre 72 mila atleti.

Chi lo prova, difficilme­nte torna indietro al «mono-sforzo» perché è uno sport che dà una adrenalina speciale, perché nuotare, poi salire su una bici e infine infilare le scarpette e iniziare a correre ti fa sentire una donna e un uomo più forte (anche se non stai facendo un ironman).

Quasi sempre le gare si svolgono in posti meraviglio­si, soprattutt­o se la frazione di nuoto è in mare o in un lago. L’iscrizione può diventare così solo il pretesto per una vacanza con la famiglia e capita spesso di vedere non solo i genitori ma anche i bambini che partecipan­o alle loro prime garette. L’applauso è garantito per tutti, anche e soprattutt­o per chi non corre contro il cronometro, non punta a record o primati. Il viaggio è sempre più bello della meta finale, tagliare il traguardo è già un successo perché il frutto di settimane e mesi scanditi da una sana attività fisica.

Certo, chi fa triathlon deve dedicare più tempo agli allenament­i (ma non molto di più rispetto ad altri spot, soprattutt­o se si preparano distanze «accessibil­i»). E bisogna dire che non è proprio economico (ma non di più di tanti altri sport comunque popolari.)

Per questo è nato «Corri, nuota, pedala», il nuovo canale del Corriere.it (www.corriere.it/ sport/running-nuoto-bici). È uno spazio dedicato alle tre discipline del triathlon, ma non solo ad esse: chiunque fa attività fisica, soprattutt­o aerobica, può trovare consigli, idee, storie. Per allenarsi meglio, che vuol dire non solo migliorare le proprie prestazion­i ma soprattutt­o scoprire il piacere di farlo (perché soprattutt­o a livello amatoriale deve essere questa, e non il cronometro, la «piacevole» ossessione). Per alimentars­i meglio, perché lo sport produce anche questo miracolo, ti costringe inevitabil­mente non a mangiare meno ma meglio, ti spinge a conoscere come sono fatti gli alimenti e a saperli ben distribuir­e durante la giornata.

E ancora racconti su esperienze dei campioni e anche di chi non entrerà nella storia dello sport ma ha un segreto da svelare, un esempio da seguire. È lo spazio di chi non vuole rinunciare alla sua ora di nuoto, di corsa o di bici, anche se lo costringe ad alzarsi all’alba o a uscire la sera dopo una giornata in ufficio. Questo è lo sport di cui ci piace scrivere. E soprattutt­o praticare.

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