C’è un triathleta in noi
Correre, nuotare, pedalare: chi prova l’insieme delle 3 discipline difficilmente torna indietro al «mono sforzo», perché è uno sport con un’adrenalina speciale. Il canale di Corriere.it con i consigli giusti
Tre sport sono meglio di uno. Ci voleva un gruppo di amici che si sfidavano a chi la sparava più grossa per capirlo. Anno 1977, dibattito sulla spiaggia di Honolulu. La disputa è quale sia la gara più bella delle Hawaii, quella che mette più a dura prova la resistenza: se la giocano una chilometrica traversata a nuoto, una granfondo in bici e una maratona di corsa. Finché tale John Collins, comandante della marina, si alza e dice: e perché non ne facciamo una mettendole assieme tutte e tre? Quel giorno, 40 anni fa, nacque l’ironman.
Doverosa precisazione: il triathlon non è l’ironman, per divertirsi (e praticare sport in salute) non è necessario sottoporsi a sforzi sovrumani. Anzi il mito degli «uomini di ferro» per paradosso rischia di essere un freno a questo sport, un’asticella troppo alta che spaventa chi avrebbe voglia di cimentarsi. Il triathlon è sì l’insieme di tre discipline disputate di seguito, ma prevede anche distanze più umane. A partire dalle competizioni chiamate sprint, veloci e corte, «appena» 750 metri di nuoto, 20 chilometri in bici e 5 di corsa a piedi.
Alessandro Fabian è il più forte atleta italiano, due volte alfiere azzurro alle Olimpiadi. Agli allenamenti alterna con piacere lezioni ai bambini. «Con loro faccio un gioco. Chiedo: chi sa nuotare? Chi sa andare in bici? Chi sa correre? Tutti alzano la mano. Ecco, questo è uno sport più semplice di quanto si possa pensare, dentro di noi c’è già un triathleta».
Correre, nuotare e pedalare sono le tre attività aerobiche per eccellenza, quelle che non dovrebbero mai mancare nel menù di uno sportivo amatoriale (anche quello che ama tirare calci a un pallone o giocare a tennis). Il running è la disciplina più semplice da praticare, in fondo serve solo un paio di buone scarpe (e possibilmente un posto senza troppe macchine). La bicicletta ha il vantaggio di essere meno traumatica, risparmia schiena e articolazioni e in più permette di raggiungere posti bellissimi, così ogni allenamento può diventare una piccola vacanza. Il nuoto è il più completo: il benessere che ti regala fa scomparire perfino la ripetitività di andare avanti e indietro in piscina.
Sono tre sport che hanno molto in comune: allenano alla resistenza e migliorano il benessere fisico e mentale. Diverso invece è il gesto tecnico, differenti sono i distretti muscolari impegnati. Sono milioni gli appassionati che corLo rono, pedalano o nuotano. E molti di loro non si limitano a una sola di queste attività: corrono e nuotano, pedalano e qualche volta escono a fare anche jogging. Preferiscono variare, per non annoiarsi, ma anche perché così attivano tutte le parti del corpo. E non sono pochi quelli che, più o meno regolarmente, praticano tutte e tre le discipline, anche se non hanno mai provato una gara di triathlon.
sport nato da un gruppo di amici alle Hawaii ha solo 40 anni ed è più giovane della maggior parte dei master che lo praticano. Ha ancora numeri assoluti non paragonabili ad altre discipline ma con una crescita vertiginosa che ha pochi eguali. Negli ultimi 4 anni nel nostro Paese i numeri di tesserati alla Fitri (la Federazione del triathlon) sono aumentati del 29%, i giovani del 45%, praticamente raddoppiati. Ci sono 426 associazioni sparse in ogni regione, 576 gare ogni anno, a cui hanno preso parte oltre 72 mila atleti.
Chi lo prova, difficilmente torna indietro al «mono-sforzo» perché è uno sport che dà una adrenalina speciale, perché nuotare, poi salire su una bici e infine infilare le scarpette e iniziare a correre ti fa sentire una donna e un uomo più forte (anche se non stai facendo un ironman).
Quasi sempre le gare si svolgono in posti meravigliosi, soprattutto se la frazione di nuoto è in mare o in un lago. L’iscrizione può diventare così solo il pretesto per una vacanza con la famiglia e capita spesso di vedere non solo i genitori ma anche i bambini che partecipano alle loro prime garette. L’applauso è garantito per tutti, anche e soprattutto per chi non corre contro il cronometro, non punta a record o primati. Il viaggio è sempre più bello della meta finale, tagliare il traguardo è già un successo perché il frutto di settimane e mesi scanditi da una sana attività fisica.
Certo, chi fa triathlon deve dedicare più tempo agli allenamenti (ma non molto di più rispetto ad altri spot, soprattutto se si preparano distanze «accessibili»). E bisogna dire che non è proprio economico (ma non di più di tanti altri sport comunque popolari.)
Per questo è nato «Corri, nuota, pedala», il nuovo canale del Corriere.it (www.corriere.it/ sport/running-nuoto-bici). È uno spazio dedicato alle tre discipline del triathlon, ma non solo ad esse: chiunque fa attività fisica, soprattutto aerobica, può trovare consigli, idee, storie. Per allenarsi meglio, che vuol dire non solo migliorare le proprie prestazioni ma soprattutto scoprire il piacere di farlo (perché soprattutto a livello amatoriale deve essere questa, e non il cronometro, la «piacevole» ossessione). Per alimentarsi meglio, perché lo sport produce anche questo miracolo, ti costringe inevitabilmente non a mangiare meno ma meglio, ti spinge a conoscere come sono fatti gli alimenti e a saperli ben distribuire durante la giornata.
E ancora racconti su esperienze dei campioni e anche di chi non entrerà nella storia dello sport ma ha un segreto da svelare, un esempio da seguire. È lo spazio di chi non vuole rinunciare alla sua ora di nuoto, di corsa o di bici, anche se lo costringe ad alzarsi all’alba o a uscire la sera dopo una giornata in ufficio. Questo è lo sport di cui ci piace scrivere. E soprattutto praticare.