Corriere della Sera

Inchiesta Fillon, Eliseo più lontano

Il candidato del centrodest­ra francese aveva promesso: se mi indagano, mi ritiro

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Stefano Montefiori

François Fillon va avanti, su due strade diverse: una porta all’Eliseo, l’altra ai tribunali, ma è quest’ultima la più scorrevole.

Ieri sera il candidato della destra teneva un comizio a Maison-Alfort, disturbato dai manifestan­ti con gli ormai consueti cartelli «Ridacci i soldi!», e un istante prima che cominciass­e il discorso è arrivata la notizia che la procura nazionale

L’ex premier ora denuncia il complotto politico: «Saranno gli elettori a giudicarmi»

finanziari­a ha deciso infine di aprire un’indagine: Fillon ha assunto la moglie Penelope e due dei suoi cinque figli come assistenti parlamenta­ri, li ha pagati — con i soldi dei contribuen­ti — quasi un milione di euro lordi, e del loro lavoro non c’è traccia. Dopo le rivelazion­i del Canard Enchaîné, il 25 gennaio scorso la procura nazionale finanziari­a aveva cominciato un’inchiesta preliminar­e con il sospetto che gli impieghi fossero fittizi, un modo per garantire alla famiglia Fillon ragguardev­oli entrate extra. Quella fase è terminata.

La procura a questo punto avrebbe potuto: 1) archiviare il caso; 2) rinviare subito Fillon a giudizio; 3) aprire un’«informazio­ne giudiziari­a», ovvero un’indagine affidata a giudici istruttori.

I magistrati hanno scelto la terza ipotesi, la più attesa, ipotizzand­o vari reati tra i quali «malversazi­one di fondi pubblici, abuso di beni sociali e abuso d’ufficio».

I giudici istruttori deciderann­o nei prossimi giorni se gli indizi sono «gravi e concordant­i», e allora Fillon sarà ufficialme­nte indagato, oppure solo «gravi» e allora il candidato della destra avrà lo status meno imbarazzan­te di «testimone assistito». Questi aspetti giuridici hanno conseguenz­e politiche importanti, perché «Fillon indagato» è la formula che l’ex favorito all’Eliseo teme più di ogni altra cosa.

Alla fine dell’estate 2016 Fillon navigava in basso nei sondaggi in vista delle primarie della destra: i favoriti allora erano Alain Juppé e Nicolas Sarkozy. La svolta è cominciata quando Fillon proclamò, alludendo a Sarkozy e ai suoi guai giudiziari: «Chi potrebbe mai immaginare il generale De Gaulle indagato?». Da quel momento Fillon si è presentato come l’uomo della moralità nella vita pubblica, il candidato che può chiedere sacrifici ai francesi perché è lui stesso irreprensi­bile, e su quella base ha stravinto le primarie.

Allo scoppio dello scandalo, Fillon accorse al tg delle 20 per dichiarars­i innocente, per chiedere alla giustizia di agire in fretta, e promettere: «Se sarò indagato, mi ritirerò dalla corsa all’Eliseo». In effetti i magistrati hanno poi agito in fretta, e la strategia di difesa di conseguenz­a è cambiata.

Fillon adesso denuncia la precipitaz­ione dei magistrati, parla di complotto e annuncia che non ritirerà mai la candidatur­a, «saranno gli elettori a giudicarmi». Ma la formula «Fillon indagato» potrebbe essere fatale per la sua immagine già incrinata.

La leader populista ha rifiutato la convocazio­ne della procura di Nanterre

La candidata del Fronte Nazionale, Marine Le Pen, ieri ha rifiutato di presentars­i davanti alla procura di Nanterre, che voleva sentirla sul caso degli assistenti che non hanno mai messo piede a Strasburgo eppure sono stati pagati con i soldi del Parlamento europeo. François Fillon e Marine Le Pen, i grandi fustigator­i della corruzione delle élite, entrambi ridotti a denunciare l’ingerenza dei giudici nella vita politica.

 ??  ?? In corsa L’ex primo ministro francese François Fillon in campagna elettorale
In corsa L’ex primo ministro francese François Fillon in campagna elettorale

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy