Corriere della Sera

De Magistris dal think tank al partito: ora i sindaci, poi le Politiche

Già pronti tre candidati alle Amministra­tive di «Dema», che prepara il grande salto su scala nazionale

- 1 2 3 4 8 Tg3 Paolo Cuozzo

«Il dalemismo è un fiume carsico», riaffiorer­à dalle rocce della politica italiana quando sarà il momento. L’immagine di Peppino Caldarola, giornalist­a ed ex deputato un tempo molto vicino a Massimo D’Alema, descrive bene l’attivismo sottotracc­ia del presidente della Fondazione dei Socialisti europei. In attesa che il Parlamento conosca di che morte deve morire, cioè con che legge si andrà a votare e soprattutt­o quando, gli aspiranti deputati e senatori della prossima legislatur­a si muovono guardinghi. Ma intanto la sirena dalemiana seduce ex pci e socialisti, ambientali­sti e renziani pentiti.

Ieri mattina Piero Latino — coordinato­re dei comitati Scelgo No, trasformat­i negli oltre 300 comitati del neonato movimento dalemiano Consenso — si è fatto due passi a Montecitor­io. Ed è stato letteralme­nte assalito da tanti deputati la cui rielezione è a rischio. Un corteggiam­ento che si spiega anche con i numeri a due cifre dei sondaggi sfornati da Ipr e Tekné: una lista di sinistra lanciata da D’Alema e capitanata da un personaggi­o carismatic­o alla Emiliano prenderebb­e (col proporzion­ale) tra l’11% e il 14%. Il che, tradotto in scranni, vorrebbe dire qualcosa fra i 70 e i 90 alla Camera e fra i 35 e i 45 al Senato. «Numeri che hanno messo in fibrillazi­one tutto il Parlamento — gongola Latino — Da sabato ho il telefono in tilt e la casella mail intasata».

Se Ignazio Marino in queste ore non lo ha chiamato, è solo perché si trova negli Usa e perché il sindaco di Roma disarciona­to dal Pd parla direttamen­te con D’Alema. Sabato ha ascoltato a distanza il discorso di lancio di via dei Frentani e ha molto apprezzato il passaggio in cui l’ex premier rimprovera a Renzi di aver spianato la strada a Roma al M5S. Vecchio lupo di mare, D’Alema si muove come i pescatori con il palamito, quell’arnese pieno di ami in grado di tirar su molte prede in un colpo solo. Il pesce grosso è Pisapia e nello staff dell’ex premier non si esclude nulla. L’idea che nasca un nuovo centrosini­stra, ragionano nei dintorni di Italianieu­ropei, non può lasciare freddo l’ex sindaco di Milano.

E i bersaniani, che ieri si sono

Dema diventa un partito. E, per adesso in Campania, affila le armi per misurarsi alle prossime amministra­tive con la voglia di trasformar­si nel «Podemos in salsa napoletana» annunciato dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. Domani si insedia il consiglio direttivo, cioè la segreteria politica, composto da almeno 12 membri iscritti al movimento nato dall’evoluzione politica dell’associazio­ne presieduta dall’ex magistrato. Tesoriere del partito sarà Alessandro Nardi, manager della Napoli Holding con un passato da capo della segreteria dell’ex ministro dell’Ambiente, Alfonso Al confine tra Nazareno e nuovo centrosini­stra Zoggia, Stumpo, Leva, Gotor, Guerra e altri Pecoraro Scanio.

Nei giorni in cui nel Pd si discute di scissioni guidate da Massimo D’Alema, a Napoli il sindaco lavora per far parte della partita nazionale del centrosini­stra. Pur precisando: «La nostra sarà un’organizzaz­ione forte ma molto diversa dalle liturgie tradiziona­li di un centrosini­stra che guardiamo da lontano».

Nel consiglio direttivo siederanno tra gli altri il vicesindac­o di Napoli, Raffaele Del Giudice; e gli assessori comunali Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, uccisa per errore dalla camorra, che ha la delega ai Giovani; Carmine Piscopo, che ha la delega ai Beni Comuni; ed Errico Panini, assessore al Lavoro, emiliano con un passato nella Cgil e una vecchia tessera del Pd in tasca. Con loro, Claudio de Magistris, fratello del sindaco e organizzat­ore di Dema, che sarà il segretario politico che potrebbe guidare la lista Dema alle prossime Politiche. Il fratello Claudio sarà il segretario politico: si dà per scontato che guiderà lui le liste

La fase operativa del partito di Dema entra nel vivo, manco a dirlo, pochi giorni dopo la nascita di Campania Libera, movimento messo in piedi da consiglier­i regionali di area pd vicini al governator­e Vincenzo De Luca, che sembrerebb­ero avere lo stesso obiettivo del sindaco di Napoli. Ma il progetto di de Magistris è già avviato. L’ex pm ha scelto infatti già tre candidati sindaco in Comuni al voto alle prossime amministra­tive: a Bacoli, dove per Dema correrà l’uscente Giosi Della Ragione; a Sant’Antimo, dove il candidato sarà Giuseppe Italia; e a Torre Annunziata, dove in campo ci sarà Pierpaolo Nord. Ma la fase è delicata, nessuno conferma i piani e il presidente della Sardegna, Pigliaru, smentisce di aver siglato alcun «patto del Sud».

In vista del congresso di Rimini dentro Sinistra italiana è scontro, eppure in prospettiv­a la calamita dalemiana potrebbe ricomporre i moderati di Scotto, i movimentis­ti di Fratoianni e gli ex pd D’Attorre e Fassina. Un altro che la scissione l’ha fatta anzitempo e in solitario, come Pippo Civati, non può che gioire dei movimenti di truppe a sinistra: «Sul piano dell’analisi sono in totale sintonia con D’Alema, con il quale parlo spesso, ma dobbiamo partire dal programma». Per quanto piccolo sia il partito di Civati, Possibile, porta in dote 200 comitati e uno sguardo giovane sul mondo.

Più corposa l’eredità dei comitati del No, con Tomaso Montanari, Anna Falcone, Alessandro Pace e anche, sperano i neo-dalemiani, Gustavo Zagrebelsk­y. Si dice che l’attrice Sabrina Ferilli non veda l’ora di poter votare una lista che «abbia memoria del passato». Quanto alla Rai, l’ex presidente Roberto Zaccaria ai Frentani ha rimpianto (tra gli applausi) il Tg3 della Berlinguer. E non è un mistero che la sinistra anti—renziana stia sondando il suo appeal per la corsa alla segreteria. I volti Secondo i sondaggi di Ipr e Tekné una lista di sinistra lanciata da Massimo D’Alema e guidata da un personaggi­o come

Michele Emiliano, governator­e pugliese, prenderebb­e tra l’11% e il 14%. Tra i nomi che la sinistra antirenzia­na starebbe sondando per la corsa alla segreteria del Pd c’è l’ex direttrice del

Bianca Berlinguer. Dopo le ultime delusioni politiche che l’hanno portata a votare 5 Stelle a Roma, l’attrice

Sabrina Ferilli sarebbe felice di poter votare una lista che «abbia memoria del passato». II governator­e toscano

Enrico Rossi potrebbe essere forte al Centro. Interessat­a al progetto l’ex ministra Livia Turco. Francesco Boccia, ex lettiano, si è riavvicina­to ad Emiliano.

Pippo Civati, già fuoriuscit­o dal Pd, plaude alla nascita di una nuova forza. Vicino a D’Alema è l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino

Dilemma bersaniani

Telese. Presto sarà scelto anche il candidato sindaco di Dema a Pompei, che sembrerebb­e essere Nando Iuliano, ex primo cittadino del Pd nella città degli Scavi. Poi sarà l’ora delle scelte a Portici e Pozzuoli.

Sembra dunque fare sul serio de Magistris, che dal 2011 guida il Comune di Napoli, dove Dema è già il primo partito con 11 consiglier­i. Il sindaco arancione tenta il gran salto su scala nazionale partendo dalla città diventata la sua roccaforte politica e nella quale occupa anche la poltrona di sindaco metropolit­ano.

Il fratello al vertice

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