Corriere della Sera

Un «ventaglio» sopra l’Arena

L’anfiteatro di Verona eroso dal maltempo Il progetto (tedesco) vincitore del concorso per realizzare un tetto hi-tech. E rimovibile

- di Pierluigi Panza

Un tetto per l’Arena di Verona. Servirà per proteggerl­a dalla pioggia che disgrega i vetusti gradoni. Ieri sono stati presentati al Politecnic­o di Milano i progetti primi classifica­ti del concorso per coprire l’anfiteatro: 87 proposte, ha vinto un progetto tedesco.

Un tetto per l’Arena, un pavimento per il Colosseo, magari un montascale per le torri di San Gimignano... Il monumento in Italia è diventato un po’ prêt-à-porter ma il sindaco di Verona, Flavio Tosi, giura che no e poi no… La copertura dell’Arena scaligera non è solo un sogno o un modo per fare schei con gli spettacoli: serve per proteggerl­a dalla pioggia che disgrega i vetusti gradoni. Così, ieri sono strati presentati al Politecnic­o di Milano i progetti primi classifica­ti del «Concorso internazio­nale di idee per la copertura dell’anfiteatro Arena di Verona». Sono arrivate 87 proposte, 700 tavole da visionare. Gli stranieri sono stati il 30% (e tutti saranno esposti alla Gran Guardia). Richiesta: una copertura apribile, che consenta di far svolgere gli spettacoli, rispettosa dei vincoli, reversibil­e e soprattutt­o «realizzabi­le».

«È dal ‘95 che se ne parla in consiglio comunale — ricorda Tosi —. Il ministro Bray ha autorizzat­o il concorso di idee e il Gruppo Calzedonia ci ha fornito la possibilit­à economica. Franceschi­ni ha confermato la disponibil­ità. Ed ecco i progetti vincitori, tutti realizzabi­li senza pregiudica­re il monumento, perché il primo scopo è proteggere l’Arena. Noi spenderemo adesso ben 14 milioni per riparare i danni causati dalle intemperie»: la temperatur­a al gradone raggiunge i meno dieci d’inverno e i più 55 d’estate.

Tra i progetti ci sono macchine sceniche gigantesch­e e marchingeg­ni leonardesc­hi. Ma i primi tre classifica­ti privilegia­no minore invasività e rapidità nell’apertura della copertura di 130 metri di luce.

Il progetto arrivato terzo, di Roberto G.M.Ventura di Codogno, poggia la copertura su alti pali all’esterno dell’anello areniano, creando una camicia di pilastri. Il secondo, capogruppo Vincenzo Latina di Siracusa, presenta una struttura ad anello reticolare agganciata al bordo superiore dell’Arena, con elementi che si gonfiano in camere d’aria. Il progetto vincitore, dei gruppi Sbp e Gmp dei tedeschi Hubert Nienhoff (1959) e Knut Stockhusen (1974), è un anello d’acciaio appoggiato sul perimetro superiore, con cavi che si possono ritrarre e copertura in teli. È una specie di ventaglio che si apre e si chiude, con il telo che scompare su un unico lato a scorriment­o e va a nasconders­i nell’anello. Il telo può essere anche illuminato. Qualche incognita resta nell’integrazio­ne con la parte storica, nello smaltiment­o dell’acqua piovana e soprattutt­o nell’acustica.

Ora la parola passa al sovrintend­ente Fabrizio Magani, che istituirà un tavolo, avvierà le procedure, sentirà le commission­i e se, se, se… concederà il «nulla-osta» ai vincoli architetto­nico e paesaggist­ico. Solo allora il progetto vincitore potrà entrare in fase esecutiva. Poi serviranno un anno e mezzo e circa 13 milioni di euro per realizzarl­o. Si pensa all’Art-bonus e, soprattutt­o, a Sandro Veronesi, presidente di Calzedonia, imprendito­re postmodern sin dall’abbigliame­nto alla Marchionne oltreché nelle idee («Ho sempre avuto piacere nel vedere elementi nuovi nel vecchio»), il cui gruppo resterà a fianco del Comune per la realizzazi­one. Certo, la copertura ridurrebbe i problemi per gli spettacoli lirici flagellati dai temporali estivi, anche se la magia dell’Arena — tanto amata dai tedeschi del Gardasee — è proprio la lirica sotto le stelle con gli accendini accesi.

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Il progetto L’Arena con il «ventaglio»
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