Corriere della Sera

Perizie sui titoli e prestiti, i ritardi delle Authority

- Di Mario Gerevini

Di fronte a vite rovinate da amministra­tori e organi di controllo incapaci e colpevoli c’è poco da dire. Però pochi ricordano che i cani abbaiavano mentre la rapina era in corso. Dai tanto vituperati cani da guardia del potere, i media (nello specifico la carta stampata), si era alzato l’allarme in tempi non sospetti. Il dissesto delle banche venete, il crac dei quattro istituti messi in risoluzion­e nel 2015 (Popolare Etruria, Banca Marche, Cassa Ferrara, Carichieti) hanno lasciato un deserto là dove c’erano miliardi di risparmi.

Le procure stanno lavorando ovunque. Una commission­e d’inchiesta parlamenta­re con ampi poteri è invocata da più parti. Sono state avviate azioni di responsabi­lità contro gli ex vertici ritenuti colpevoli di malagestio. Sul piano dei rimborsi, le pratiche sono avviate. Veneto Banca e Popolare Vicenza hanno stanziato 600 milioni, pari al 15% del valore di carico, per 175 mila soci. Tanto? Poco? Materia complessa e scivolosa. C’è chi sostiene, come i Cinquestel­le, che dovrebbe essere rimborsati al 100%.

Sarebbe utile a tutti, compresi sindaci, revisori, Consob e Bankitalia, andarsi a rileggere le inchieste degli anni passati, a partire da questo giornale, su Veneto Banca, Banca Marche, Popolare Vicenza, Cassa Ferrara ecc. Cari azionisti — era il messaggio — occhio che il prezzo dei titoli è fuori mercato; occhio che la banca autofinanz­ia i propri aumenti di capitale; occhio che le banche con un uomo solo al comando spesso hanno fatto una brutta fine (Fiorani e Berneschi docent); occhio che la realtà non è esattament­e quella che vi raccontano in assemblea. Segnalazio­ni di cui avrebbero potuto far tesoro soprattutt­o le autorità di controllo e di tutela del risparmio.

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