Corriere della Sera

Spalletti la tira in lungo «Dobbiamo lavorare bene e giocarci tutto al ritorno»

- Luca Valdiserri

d Spalletti Verranno a fare la partita, a pressarci altissimi, a metterci la pressione del loro stadio Loro hanno sempre quella forza lì

ROMA Se fosse ciclismo, uno vorrebbe che Juve-Roma fosse una «classica» e l’altro un grande giro a tappe. Allegri sogna di volare a +7 per gestire a febbraio, quando la Champions raddoppier­à le fatiche. Spalletti vorrebbe tirarla in lungo: «Gara fondamenta­le, ma dobbiamo lavorare perché quella di ritorno sia la partita definitiva».

Non ci sarà l’influenzat­o Francesco Totti — intervista­to dal New York Times — che si perderà la sfida con l’eterno nemico/amico Buffon. Ma sono stati convocati Vermaelen, Bruno Peres e «Momo» Salah, il più importante per giocare negli spazi. L’egiziano, in campionato, ha segnato 8 gol e servito 4 assist, ma, soprattutt­o, è l’uomo degli strappi in campo aperto, imprendibi­le in velocità. «Salah è a disposizio­ne — dice Spalletti —. È un tipo di giocatore che ha l’accelerazi­one come massima qualità. E non è una dote che diminuisce se si sta assenti per un po’». È da vedere se l’egiziano partirà nell’undici titolare o in panchina. In ogni caso, è un’arma in più.

Spalletti, per l’avversario, ha soltanto elogi: «La Juve tiene sempre alta l’asticella del calcio italiano. Non a caso, ora, ci vogliono 100 punti per vincere un campionato. Serve anche da stimolo per le altre squadre. Verranno a fare la partita, a pressarci altissimi, a metterci la pressione del loro stadio. Loro hanno sempre quella forza lì, da un punto di vista fisico e tecnico. Anche dentro alle giocate più spettacola­ri c’è sempre caparbietà. È chiaro che se giocherann­o Mandzukic e Higuain dall’inizio, come mi aspetto, diventerà una partita di forza, di grande confronto fisico sul duello individual­e. È giusto che facciano passare la gara attraverso le loro qualità. Quando entra Dybala, poi, gli dà anche grandi giocate. Ma fatte sempre con sostanza. Non c’è mai niente, nella Juve, fatto per il numero fine a se stesso».

Un pericolo in più sarà Pjanic, il grande ex: «È ancora amico di tutti. Ogni tanto i miei me lo passano al telefono. Avevo un buonissimo rapporto con lui, ci ha dato delle soluzioni importanti­ssime perché è un campione. La nostra squadra è partita dalla qualità perché al centro c’era Pjanic e ci sarebbe ancora, se fosse qui. Quando ci siamo sentiti mi ha fatto capire che c’era stima anche da parte sua». Pjanic, insomma, è stato ceduto sull’altare delle necessarie plusvalenz­e. I tifosi della Roma sperano che il futuro sarà diverso. Anche per questo è fondamenta­le non finire a -7.

Chiusura con il sorriso, come è giusto che sia, visto che è una partita e non una guerra: «Allegri dice che sono anche un bravo attore? È perché non mi ha ancora sentito cantare...».

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Tributo Usa Il «Ny Times» celebra Totti come simbolo di Roma

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