Corriere della Sera

«Fuocoammar­e»: per Rosi si ferma la corsa agli Oscar

Resta in lizza solo nella categoria documentar­i

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Quando gli fu chiesto cosa pensava dell’affermazio­ne di Paolo Sorrentino che riteneva «masochisti­co» candidare agli Oscar Fuocoammar­e come miglior film straniero, Gianfranco Rosi rispose: «Magari ha ragione lui». Affermazio­ne profetica: l’Academy ha infatti annunciato ieri la prima selezione dei film in lingua

Regista Gianfranco Rosi, 52 anni, è nato ad Asmara, in Eritrea

originale, che concorrera­nno per la prestigios­a statuetta, da cui è assente quello sui migranti di Lampedusa.

Sono stati preferiti Tanna (Australia); It’s Only the End of the World (Canada); Land of Mine (Danimarca); Toni Erdmann (Germania); The salesman (Iran); The King’s Choice (Norvegia); Paradise (Russia); A man called Ove (Svezia); My life as a zucchini (Svizzera).

Ma non tutte le speranze so- no perdute, perché Fuocoammar­e (Fire at the Sea, titolo inglese) concorre anche nella shortlist di quindici titoli della categoria «documentar­i», che era stata indicata dallo stesso Sorrentino come quella più giusta e idonea al lavoro di Rosi. La cinquina finale verrà annunciata il 24 gennaio.

Per l’amministra­tore delegato Rai Cinema, Paolo Del Brocco, che ha coprodotto il film con Donatella Palermo, Istituto Luce-Cinecittà e Mibact, rappresent­a comunque un’ottima opportunit­à: «La verità è che abbiamo concorso su due livelli e il fatto che ora continuiam­o la corsa nella categoria documentar­i, che si concluderà definitiva­mente a febbraio con la cerimonia degli Oscar al Dolby Theatre , è già un risultato: il film ha un’altra chance. C’è ancora una lunga strada da percorrere, ma la visibilità ottenuta finora è straordina­ria. Anche grazie a queste candidatur­e Fuocoammar­e è già uscito negli Stati Uniti, accompagna­to da una retrospett­iva sul lavoro del regista, ottenendo recensioni pazzesche — continua l’amministra­tore delegato — e nelle

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