La spia (tedesca) nel paradiso di Kos Per soldi al servizio del Sultano
Un pensionato fotografava siti militari greci e informava i turchi: sconterà 14 anni
Alla sbarra per negligenza La numero uno del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde, 60 anni, ieri in tribunale a Parigi (Thibault Camus/Ap) depositi di carburante, strade, strutture logistiche. Un archivio realizzato con metodo, un piccolo tesoro di informazioni custodito in un’abitazione linda, dove ogni cosa è al suo posto in un perfetto ordine teutonico che colpisce gli investigatori.
Difficile trovare scuse plausibili per tutto quel materiale. Anche se lui ci prova, racconta che immortala camion e blindati perché è «un appassionato» del genere. Non gli credono. E alla fine il pensionato ammette le sue responsabilità. Il passo successivo è inevitabile, finisce sotto processo, chiuso dalla sentenza emessa qualche giorno fa.
Davanti alla contestazioni della magistratura Joseph svela la sua storia. Per 15 anni ha servito nell’esercito della Germania orientale, poi è tornato a trafficare con lime e cacciaviti, un anonimo lavoro in un anonima officina. È andata avanti così fino al 2009 quando si è trasferito in Turchia, prima tappa nella marcia di avvicinamento alla Grecia. È in quel periodo che il servizio segreto turco, il Mit, lo recluta. Almeno questa è la sua versione. Gli promettono duemila euro al mese, lo riforniscono di nuovi «attrezzi» che dovrà impiegare nelle sue missioni in terra greca. Nel 2012 è pronto. Si stabilisce a Kos. Elettrizzato dall’avventura, invogliato dalla ricompensa, pronto a sorvegliare il nuovo «nemico».
L’isola è un posto ideale per le vacanze, ma anche per muoversi, per giunta in un’area delicata. Dista appena 5 chilometri dal porto turco di Bodrum, c’è un flusso continuo di stranieri. Tedeschi, italiani, inglesi, scandinavi. Valanghe di turisti portati con i charter. È la «foresta» dentro la quale mimetizzarsi,