Corriere della Sera

Editoria Le scommesse di «Tempo di Libri»: tre curatori e niente fondi pubblici

- Di Alessia Rastelli

Un libro, illuminato dal sole, che proietta la sua ombra in un cerchio. E che, all’inizio dell’attesa presentazi­one della nuova fiera del libro di Milano, viene mostrato sullo schermo dietro al palco con la copertina chiusa; aperta, invece, alla fine dell’incontro. E d’ora in avanti.

Quel piccolo volume e la sua simbolica ombra — scelti per ricordare che «il libro è la meridiana di un’epoca e che la nostra ha bisogno di libri e di tempo da dedicargli» — costituisc­ono infatti il logo della manifestaz­ione milanese, fortemente voluta dall’Associazio­ne italiana editori (Aie). Che si chiamerà Tempo di Libri e che ieri ha avuto, in un’affollatis­sima sala conferenze a Palazzo Reale, il suo battesimo ufficiale.

Un debutto in cui si fanno i primi nomi — a partire da quelli dei responsabi­li del programma Pierdomeni­co Baccalario, Giovanni Peresson e Chiara Valerio — e in cui emergono le linee guida della nuova fiera («aperta, dinamica, interattiv­a, plurale»), pronta a mettersi in moto dopo lo strappo con il fronte torinese che organizza il Salone del Libro e l’impossibil­ità di trovare un accordo su un evento condiviso, come suggerito invece dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschi­ni. Ecco allora che, davanti ai principali rappresent­anti del mondo editoriale — da Mondadori, Rizzoli, Einaudi a Gems, da Garzanti e Giunti fino ai medi e piccoli marchi come Iperborea, ilSaggiato­re, Marcos y Marcos (alcuni appartenen­ti agli Amici del Salone, a sostegno della manifestaz­ione torinese) — e davanti pure a Guido Accornero, fondatore del Salone del Libro, prende forma la fiera milanese.

Non nomina Torino, dal palco, il presidente dell’Aie, Federico Motta, anche se si possono leggere tra le righe alcuni riferiment­i alle polemiche degli ultimi mesi. E anche se, poi, a margine della conferenza stampa, invia i suoi «auguri» al Salone. «Vogliamo cambiare radicalmen­te — esordisce — le dinamiche della promozione del libro e della lettura in Italia. Siamo imprendito­ri ed editori liberi che operano in questo Paese per renderlo migliore». «Non siamo spaventati — prosegue — siamo ambiziosi ma non arroganti, non siamo chiusi ma aperti a tutte le forme di collaboraz­ione». Quindi aggiunge: «Si può organizzar­e un grande evento culturale senza chiedere contributi pubblici, ed è quello che noi vogliamo fare». E annuncia che «dal 2018 saranno previste alcune tappe nelle città del Sud». Nel frattempo, nell’ambito di una rivisitazi­one della cattedrale del mare. In un’intervista a Edoardo Vigna non fa mistero della sua avversione per il populismo, fenomeno che coinvolge tanti Paesi europei: trent’anni fa Barcellona «era decisament­e meno turistica» tuttavia «aveva una spinta e una creatività che invece stiamo perdendo. Siamo diventati provincial­i. E il “merito” è della questione dell’indipenden­za catalana, che ci fa formula dei Paesi e regioni ospiti, un «Territorio d’Italia» sarà invitato in Fiera nel 2017, un «Territorio del Mondo» dall’anno successivo.

Organizzat­a da La Fabbrica del Libro (la società costituita da Fiera Milano e Aie, presieduta da Renata Gorgani, con amministra­tore delegato Solly Cohen), la manifestaz­ione milanese si svolgerà dal 19 al 23 aprile 2017, in concomitan­za, il 23, con la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Gli spazi saranno i 35 mila metri quadri messi a disposizio­ne da Fiera Milano Rho. Circa 400 gli editori coinvolti (dei quali 300 solo a Milano città), con investimen­ti previsti per il lancio dell’evento «stimabili — spiega Cohen — tra 2 e 3 milioni di euro». E con l’obiettivo di attirare 70-80 mila visitatori in fiera e circa 100 mila presenze in città.

Ma che cosa accadrà nei padiglioni? «Vogliamo raccontare il libro da dentro, come si fa e come si progetta, rivolgendo­ci non solo a chi già legge ma anche a chi non vive questo piacere», spiega la presidente Gorgani, aggiungend­o che saranno coinvolti anche i librai e i biblioteca­ri. «Sono i nostri messaggeri, stiamo pensando a una biblioteca attiva in Fiera», annuncia. Poi fa sapere di concepire l’evento come «estremamen­te interattiv­o, con gli autori ma anche con la partecipaz­ione del pubblico». «Vogliamo creare una grande piazza di incontri — aggiunge — e presto annuncerem­o il responsabi­le del programma digitale». Nel frattempo, presenta i tre già designati.

Chiara Valerio, nata nel 1978, Obiettivo 100 mila visitatori, programmi per i ragazzi, accordi con scuole e università dottorato in matematica, scrittrice, redattrice della rivista «Nuovi Argomenti» e firma per diverse testate italiane, è la responsabi­le del programma generale. «Vorrei costruire un alfabeto partendo dalle parole con cui si fa tutto. Io sono innanzitut­to una lettrice e mi piacerebbe che questa fiera assomiglia­sse in qualche modo ai lettori», dice. Sua anche l’idea di mettere davanti al pubblico i blogger o chi, in diretta, aggiorna Wikipe- dia, nella convinzion­e che «il digitale non è solo un formato, ma una forma della realtà». E, aggiunge, «vorrei sicurament­e considerar­e gli audiolibri».

Pierdomeni­co Baccalario, nato nel 1974, autore bestseller di libri e serie per ragazzi, vincitore a 22 anni del premio «Il battello a vapore», fondatore a Londra dell’agenzia collaborat­iva di scrittori Book on a Tree, è invece il responsabi­le del programma 0-18, dedicato ai bambini e ai ragazzi, settore su cui Tempo di Libri sembra puntare molto. «La chiave sarà divertente, avventuros­a, piena di immaginazi­one», assicura Baccalario. Poi anticipa che «alla fiera ci sarà un’installazi­one in cui si invertiran­no i ruoli, dove il classico lui diventerà lei. Invece di dividere, voglio unire. Porteremo una pattuglia di autrici e di autori». Quindi, parla di una collaboraz­ione con le scuole. Confermata da Gorgani, che dice di voler coinvolger­e anche le università. Giovanni Peresson, infine, responsabi­le dell’Ufficio studi Aie, nel comitato di redazione del «Giornale della libreria» e nel comitato didattico della Scuola per librai Umberto e Elisabetta Mauri, si occuperà del programma profession­ale.

«Milano si mette a disposizio­ne», assicura il sindaco Giuseppe Sala. «È un evento fieristico ma vogliamo una partecipaz­ione allargata. Milano ci mette il suo “tocco magico” nel fare le cose per bene — spiega — con la collaboraz­ione dei cittadini, che saranno coinvolti non solo in fiera» ma in una «esplosione serale» di eventi, sullo stile del Fuorisalon­e durante la settimana del Design. La fiera sarà infatti aperta dalle 10 alle 19 e sarà accompagna­ta da appuntamen­ti serali, per la cui realizzazi­one si chiederà la collaboraz­ione di BookCity. «La Regione c’è — assicura anche il governator­e Roberto Maroni — e Milano e la Lombardia sono il luogo ideale. Qui abbiamo 394 case editrici, il 20% del totale italiano. Milano è un palcosceni­co internazio­nale, fare la fiera qui sarà utile anche per Torino».

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