Corriere della Sera

«Film borghese». E Mosca cambiò i dialoghi di Hitchcock

- Di Paolo Mereghetti

Ci sono i film e ci sono i loro «avatar». E quando i primi sono dati per dispersi, ecco che le «copie» doppiate in altre lingue diventano reperti preziosiss­imi, anche se il caso — o la volontà — trasforman­o questi film in qualcosa di completame­nte diverso.

Ne abbiamo avuta una prova alle Giornate del cinema muto di Pordenone dove ieri è stato proiettato Three Live Ghosts (Tre fantasmi viventi, 1922) di George Fitzmauric­e, uno dei primissimi lavori dell’aspirante regista Alfred Hitchcock, incaricato di disegnare le didascalie. Un film che sembrava perso fino a che l’anno scorso non se n’è trovata una coppia con didascalie russe a Mosca. Ma completame­nte diversa dall’originale perché la censura sovietica giudicava il film inglese inadatto allo spirito rivoluzion­ario e lo modificò radicalmen­te.

Così com’era stato immaginato (e com’era la pièce da cui prendeva spunto), il film raccontava il ritorno a Londra di tre soldati fuggiti da un campo di prigionia tedesco: un proletario inglese, un volontario americano e un nobile inglese, questo rimasto senza memoria per l’esplosione di una bomba. Il primo iniziava a lottare con la burocrazia per farsi riconoscer­e i suoi diritti, il secondo scopriva che l’accusa di Bianco e nero Una scena di «Three Live Ghosts» (foto Paramount Pictures/Photofest) omicidio che gli pendeva sulla testa era stata annullata (con relativo arrivo della fidanzata) e il terzo ritrovava la memoria e tornava nella sua principesc­a magione. Tutto troppo borghese per la censura sovietica, che scriveva testualmen­te: «Il film è estremamen­te nocivo e ha una posizione inaccettab­ile sulle conseguenz­e della prima guerra mondiale, oltre a promuove l’amicizia con il nemico di classe; è pertanto vietato».

Così, per «purificare» il film, il montaggio venne modificato e le didascalie totalmente riscritte. I tre non sono più reduci ma poveracci senza dimora: l’americano diventa irlandese, il nobile un attore (sempre senza memoria però) e il proletario si ritrova una mamma lavoratric­e sfruttata (leggiamo: «Ho le mani stanche… gli occhi mi si chiudono… ma devo cucine… CUCIRE…» e poi «… queste bellissime vesti leggere che sfiorerann­o così intimament­e i frac degli uomini al frivolo ritmo del fox-trot»). E il palazzo in cui il nobile tornava dopo aver ritrovato la memoria diventa un teatro e tutti i suoi vestiti solo costumi di scena. Cancelland­o il lavoro di Hitchcock ma salvando il dogma della lotta di classe.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy