Corriere della Sera

«Era meglio tornare al Mattarellu­m»

Zanda: l’intesa sulla legge elettorale va cercata prima delle urne Il ballottagg­io? È caro alla sinistra

- Monica Guerzoni

«Il Sì farà bene all’Italia».

Non sono in vantaggio i No, presidente Luigi Zanda?

«Il vero sondaggio sarà il 4 dicembre».

E se il 5 dicembre il capogruppo del Pd al Senato si svegliasse nell’Italia del No?

«Credo che avremo una sorpresa forte. Giro molto e prevedo un’affluenza importante, un risultato netto a favore del Sì e una legislatur­a che finirà nel 2018».

Per Napolitano è stato un errore non puntare da subito sui contenuti della riforma.

«Renzi ha iniziato la campagna con un eccesso di personaliz­zazione e, cosa rara, lo ha pubblicame­nte riconosciu­to».

Al Sud il No è in vantaggio.

«Dobbiamo rimettere la discussion­e sui binari giusti. Parlare con le persone, spiegare che con un’Europa a pezzi, con la crisi economica, il dramma dei migranti e i nazionalis­mi che avanzano, noi abbiamo il dovere di costruire le regole per un Paese moderno. Se nel dopoguerra l’Italia non avesse fatto la Costituzio­ne, non avremmo avuto né il boom, né la pace sociale».

Dicendo che il referendum si vince con i voti della destra, state disegnando il partito della nazione?

«I referendum richiedono maggioranz­e trasversal­i e quella trasversal­e per eccellenza è il No, che unisce D’Alema, Grillo, Salvini, Berlusconi. Per partito della nazione intendo il popolo che si oppone ai partiti antisistem­a».

State studiando una legge elettorale per fermare Grillo?

«È sbagliato fare leggi elettorali a vantaggio o contro qualcuno. Ma oggi c’è un’ampia domanda di modificare una legge che, peraltro, non abbiamo ancora mai usato».

Renzi aveva aperto ma ora frena. Ci sono le condizioni per cambiare l’Italicum?

«Penso che si possano creare, ma è necessario che vengano meno gli egoismi dei partiti. Zagrebelsk­y sostiene il contrario, io non sono d’accordo».

I numeri al Senato ci sono?

«Al Senato i voti bisogna sempre cercarli, ma si può iniziare a discuterne prima del referendum. Personalme­nte avrei preferito se la Corte costituzio­nale avesse dichiarato la totale incostituz­ionalità del Porcellum, rimettendo in campo il Mattarellu­m».

Una scelta che ricompatte­rebbe il Pd, visto che la mino- ranza ha presentato un Mattarellu­m 2.0.

«Non dobbiamo escludere nulla, ma serve trovare una maggioranz­a. Con Bersani segretario e Monti al governo lavorai quasi un anno assieme a Migliavacc­a e Violante per cambiare il Porcel- lum».

Le piace il modello greco di Orfini, Orlando e Verducci, che elimina il ballottagg­io?

«È un contributo al dibattito. Oggi il tema è la stabilità, il centrosini­stra ha sempre avuto a cuore il ballottagg­io e per cambiarlo bisogna trovare formule che la garantisca­no».

Perché sul premio alla coalizione avete frenato?

«L’Italia negli ultimi tempi non ha mai avuto grande fortuna con le coalizioni. Prodi è stato fatto cadere da Mastella, l’Idv e Sel sono entrati col Pd in Parlamento e poi ci hanno lasciato. E queste scelte non aiutano la stabilità».

Dovrete arrivare a compromess­i con Verdini.

«L’Italicum nasce con un’alleanza vasta e per cambiarlo dobbiamo cercare una maggioranz­a più vasta possibile».

Per D’Alema l’unica garanzia per cambiare l’Italicum è la vittoria del No.

«Con gli slogan non si cambia l’Italicum».

Cosa ha pensato quando ha visto la foto della Raggi sul tetto del Campidogli­o?

«Che è una donna sola. Intorno non ha la città, non ha il partito, non ha l’opinione pubblica. E da soli non si possono affrontare i problemi gravissimi della Capitale».

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Senatore Luigi Zanda, 73 anni, guida i senatori del Partito democratic­o

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