Flessibilità, Juncker avverte l’Italia «Roma ha già avuto 19 miliardi»
Ma Renzi: tutto ciò che servirà per immigrazione e scuole è fuori dal patto di Stabilità
BRUXELLES Il presidente lussemburghese della Commissione europea Jean-Claude Juncker frena le aspettative italiane di più flessibilità nei vincoli Ue di bilancio, che non sono gradite dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Ma il premier Matteo Renzi replica convinto di un accordo con Bruxelles.
«L’Italia è l’unico Paese che beneficia della clausola per gli investimenti e ora chiede più flessibilità», ha affermato Juncker, ricordando che i margini previsti dal patto di Stabilità e di crescita hanno già consentito all’Italia «19 miliardi in più di quanto avrebbe potuto fare» senza la concessione. «Il prossimo anno rispetteremo le regole europee, anche quelle che non condivido e che non ho votato io, ma una maggioranza che andava da Berlusconi a Bersani — ha replicato Renzi —. Sono regole capestro per l’Italia. Ma le spese per immigrazione, rischio sismico e scuole saranno fuori dal Patto. L’ho illustrato a Juncker venerdì mattina (al summit Ue di Bratislava, ndr) e credo che ci
sia il consenso europeo».
L’europopolare Juncker, nominato a Bruxelles grazie all’appoggio della cancelliera, ha superato gli attacchi e le mozioni di sfiducia nell’Europarlamento grazie anche ai voti degli eurosocialisti. In cambio ha promesso più flessibilità di bilancio e investimenti per la crescita. Merkel però ha le elezioni nel 2017 e intende rassicurare i tedeschi che l’Ue terrà sotto controllo gli Stati del Sud con maxi debiti e deficit. Quando Juncker si è sbilanciato troppo con i socialisti, a Berlino hanno usato l’uscita del Regno Unito dall’Ue per ventilarne le dimissioni. Il lussemburghese prova così a non scontentare Renzi e a non irritare la cancelliera, che all’ultimo summit di Bratislava ha riportato dalla sua parte il presidente francese socialista François Hollande.
Renzi reagì prendendo le distanze dall’asse franco-tedesco. Accusò la Germania di violare i vincoli Ue con i suoi surplus commerciali eccessivi e la Commissione di sorvolare sui conseguenti mancati investimenti, che non favoriscono la crescita nella zona euro. Anche su questo Juncker tenta di barcamenarsi. «A chi critica la Germania, ed anche io sono tra loro, perché segue politiche macroeconomiche non in linea con le aspettative degli altri, vorrei dire che l’Ue e la Commissione europea non hanno competenza per gli investimenti pubblici in Europa. È compito degli Stati membri con margine di manovra farsi carico di migliorare gli investimenti pubblici».