Nave e soldati per il vertice
Fucilieri, sub e 007 a Ventotene. Renzi: piano straordinario per la cultura
Crescita, difesa, immigrazione: l’Europa riparte dopo la Brexit e prova a immaginare un nuovo futuro. Domani a Ventotene si terrà l’incontro fra Renzi, Merkel e Hollande. In agenda anche Brexit e migranti. Un maxi spiegamento di forze di sicurezza per il vertice più blindato di sempre: fucilieri, sub, 007. Coinvolte tutte le forze armate. L’incontro (e la conferenza stampa) avverrà a bordo dell’incrociatore Garibaldi della Marina militare. L’annuncio del premier Renzi: lanceremo un piano straordinario per il recupero dei luoghi di cultura europei.
L’agenda dell’Unione del futuro, dopo la scossa della Brexit, prenderà forma da domani nell’isola dove 75 anni fa è nato il manifesto «per un’Europa libera e unita». Alla tomba di Altiero Spinelli, prima di trasferirsi sulla portaerei Garibaldi, il premier Matteo Renzi incontrerà la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande. Il summit — il terzo trilaterale dopo il referendum britannico — sarà una tappa di preparazione al vertice informale dei capi di governo Ue di Bratislava del 16 settembre: il primo senza Londra.
A fare da motore all’incontro sarà la volontà di rispondere alle crisi dell’Ue con uno slancio progettuale concreto. Alle prese con scadenze elettorali
pressanti, i tre leader intendono concentrarsi su problemi urgenti con piani sui quali il lavoro continuerà nelle prossime settimane. I temi sul tavolo, spiegano fonti europee, ruotano intorno a tre snodi: crescita, giovani e sicurezza. Con una postilla: la volontà di far funzionare meglio le istituzioni europee, avvicinando ai problemi i centri decisionali deputati a risolverli.
Fondi più accessibili
Di fronte a una crescita economica fragile, e a oltre 20 milioni di disoccupati, la volontà è quella di rilanciare il piano Juncker per gli investimenti. Due le linee chiave: il prolungamento oltre la scadenza del 2018 e la semplificazione delle procedure per l’accesso ai finanziamenti. E al focus di Berlino e Parigi sull’economia digitale si affiancherà quello di Roma sugli investimenti in cultura. Non sarà in agenda la richiesta italiana di maggiore flessibilità: l’appuntamento chiave è il bilaterale Renzi-Merkel del 31 agosto a Maranello.
Apprendistato europeo
Le proposte economiche si intrecciano con quelle sulle nuove generazioni. E se da un lato si punterà al prolungamento di Garanzia giovani (con l’ambizione di renderla permanente) e al raffinamento dei piani per un servizio civile europeo, dall’altro si intensificheranno i progetti per un «Erasmus degli apprendisti»: Berlino e Parigi sono sicure che assicurare maggiore mobilità sia un fattore decisivo per aumentare l’occupazione.
I «compact» migratori
Grande attenzione sarà poi data a migranti e sicurezza. Sul primo punto — oltre a rendere finalmente operativa la guardia costiera e di frontiera dell’Unione — l’obiettivo è quello di dare attuazione ai «migration compact» che la Commissione dovrà negoziare con vari Paesi africani, e che sono considerati fondamentali per snellire le procedure di rimpatrio. Da Roma arriverà anche la proposta di un rilancio di un «piano di investimenti migratorio»: 3,1 miliardi dall’Ue, pareggiati da altrettanti fondi dei Paesi membri, e che, con l’effetto leva, si punta a moltiplicare per 10. Un piano che aveva suscitato la freddezza di molte capitali, pochi mesi fa, per la difficile conciliazione con le maglie strette della disciplina di bilancio. I dettagli per superare questa strettoia potrebbero essere presentati all’Ecofin di settembre. Sul tavolo anche il rapporto con la Turchia: fissate le proprie «linee rosse», le tre capitali sanno di dover mantenere aperto il dialogo. In questa chiave si iscrive l’invito dell’Alto rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini, al ministro degli Esteri turco all’incontro informale del 2 settembre.
La sicurezza
Sul tema della sicurezza, oltre a ribadire la linea comune
su Libia e Siria, si punterà a compiere un passo in avanti sul tema di una difesa condivisa. Sulla scorta di documenti già pubblicati da Berlino e accolti favorevolmente a Parigi, Roma, dopo contatti con la Commissione, declinerà la sua proposta di una «Schengen della difesa»: dare vita a battaglioni europei in grado di integrare le forze (e mettere a fattor comune le eccellenze) militari nazionali. Un piano che potrebbe prevedere anche un «quartier generale europeo» e che potrebbe partire rapidamente (sulla sicurezza la cooperazione rafforzata non richiede l’adesione di 9 Paesi) ma le cui specifiche tecniche saranno portate dai ministri competenti in sede europea. Per tentare di ridare slancio, ancora una volta, al sogno di un’Europa libera e unita.
Risposte Motore dell’incontro la volontà di rispondere alle crisi con una spinta progettuale concreta Lavoro Sul piano Juncker per gli investimenti, rilancio oltre la scadenza 2018, procedure semplificate