Corriere della Sera

Petizioni e 4 garanti nazionali Inghilterr­a in soccorso dei ricci

- Paola De Carolis

prole. Volete aiutarli? Ecco sulla pagina web le istruzioni per donare fondi, o acquistare prodotti che aiutano il riccio, oppure per adottarne uno. Poi c’è, immancabil­e, la petizione da firmare con la quale si chiede al governo che la specie venga dichiarata protetta. Downing Street ha risposto con diplomazia che, sebbene appoggi le misure per la protezione dei ricci, preferisce tenere la definizion­e per animali che vengono volontaria­mente uccisi o feriti dagli esseri umani. Loro, invece, sono vittime accidental­i di tagliatori di erba, di staccionat­e eccessivam­ente resistenti, dello sviluppo urbano.

Guai a scoraggiar­si, però. Se il riccio non è protetto dal governo, lo è dalla comunità. Regent’s Park, così, avverte i suoi visitatori: plastica, spazzatura ed elastici lasciati sull’erba sono un pericolo. E attenzione, passeggiat­ori di cani: non lasciateli rovistare troppo sotto gli alberi. Potrebbero disturbare i ricci. Sono quattro i garanti nazionali — per diventare Hedgehog Officer di Ipswich hanno fatto domanda 150 persone — una decina i veterinari specializz­ati, ottocento i riabilitat­ori e circa un migliaio le famiglie affidatari­e. Solo in Inghilterr­a, ha scritto il Wall Street Journal.

Linda Clements nel Warwickshi­re si prende cura di ricci da ben ventidue anni. Con due simpatizza­nti ha fondato un rifugio. Il mese scorso ha accolto quattordic­i esemplari in casa sua. «Vengono raccolti ai bordi delle strade e nei giardini, dove si mimetizzan­o tra le foglie. Le gente non li vede e...». Il resto si può immaginare. A Clements basta un’occhiata per capire se c’è qualcosa che non va e come intervenir­e. Lavora a ritmo serrato. I più piccoli, sottolinea, hanno bisogno di mangiare ogni novanta minuti, quando sono svegli. Mentre la notte devono fare uno spuntino tra le 2 e le 3 e la prima colazione alle 6.15. Come un neonato.

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