Petizioni e 4 garanti nazionali Inghilterra in soccorso dei ricci
prole. Volete aiutarli? Ecco sulla pagina web le istruzioni per donare fondi, o acquistare prodotti che aiutano il riccio, oppure per adottarne uno. Poi c’è, immancabile, la petizione da firmare con la quale si chiede al governo che la specie venga dichiarata protetta. Downing Street ha risposto con diplomazia che, sebbene appoggi le misure per la protezione dei ricci, preferisce tenere la definizione per animali che vengono volontariamente uccisi o feriti dagli esseri umani. Loro, invece, sono vittime accidentali di tagliatori di erba, di staccionate eccessivamente resistenti, dello sviluppo urbano.
Guai a scoraggiarsi, però. Se il riccio non è protetto dal governo, lo è dalla comunità. Regent’s Park, così, avverte i suoi visitatori: plastica, spazzatura ed elastici lasciati sull’erba sono un pericolo. E attenzione, passeggiatori di cani: non lasciateli rovistare troppo sotto gli alberi. Potrebbero disturbare i ricci. Sono quattro i garanti nazionali — per diventare Hedgehog Officer di Ipswich hanno fatto domanda 150 persone — una decina i veterinari specializzati, ottocento i riabilitatori e circa un migliaio le famiglie affidatarie. Solo in Inghilterra, ha scritto il Wall Street Journal.
Linda Clements nel Warwickshire si prende cura di ricci da ben ventidue anni. Con due simpatizzanti ha fondato un rifugio. Il mese scorso ha accolto quattordici esemplari in casa sua. «Vengono raccolti ai bordi delle strade e nei giardini, dove si mimetizzano tra le foglie. Le gente non li vede e...». Il resto si può immaginare. A Clements basta un’occhiata per capire se c’è qualcosa che non va e come intervenire. Lavora a ritmo serrato. I più piccoli, sottolinea, hanno bisogno di mangiare ogni novanta minuti, quando sono svegli. Mentre la notte devono fare uno spuntino tra le 2 e le 3 e la prima colazione alle 6.15. Come un neonato.