Ucraina e G20 Prova di forza del Cremlino
Mentre l’attenzione internazionale è concentrata sui sanguinosi sviluppi dei conflitti in Siria e in Libia, il rischio è di lasciarsi sfuggire quanto sta accadendo lungo l’unico fronte di guerra attivo sul continente europeo: il confine tra Russia e Ucraina. Dall’inizio di agosto il Cremlino ha avviato un massiccio dispiegamento di truppe e mezzi su tutti i lati: unità militari con migliaia di uomini sono state posizionate a Nord nella regione di Bryansk, a Est vicino a Rostov, a Ovest nella Transnistria e a Sud in Crimea. Secondo fonti di intelligence ucraine, un reggimento di difesa aerea avrebbe affiancato i separatisti nel Donbass, equipaggiato con lo stesso sistema missilistico che due anni fa abbattè il jet della Malaysia Airlines con 298 persone a bordo. In più, nel Mar Nero sono comparse diverse unità navali, inclusi sottomarini muniti di missili da crociera. Tutto sembra indicare che la Russia si prepari a lanciare un attacco convenzionale su larga scala contro l’Ucraina. E da settimane le violazioni del cessate il fuoco nel Donbass sono uno stillicidio quotidiano. Eppure l’obiettivo della nuova prova di forza di Vladimir Putin (foto) potrebbe essere innanzitutto diplomatico: ossia forzare la mano degli occidentali in vista del G20 del 4 settembre, dove il leader russo incontrerà Angela Merkel e François Hollande per discutere la situazione ucraina. Mosca vuole imporre una interpretazione degli accordi di Minsk che giochi in proprio favore e ottenere elezioni nel Donbass che cementino l’autonomia della regione russofona. La prossima mossa potrebbe essere una escalation controllata per provocare una reazione da parte Ucraina che faccia apparire Kiev inaffidabile agli occhi degli occidentali. Il 24 agosto, venticinquesimo anniversario dell’indipendenza ucraina, potrebbe essere la data simbolica per una nuova eruzione di violenza: la stanchezza fra gli europei è già pesante e Putin potrebbe puntare a romperne i ranghi e ottenere l’alleggerimento delle sanzioni.