La certezza Montella, ma il Milan è un rebus
Sarebbe dovuto essere l’anno del rilancio. Un allenatore nuovo, Vincenzo Montella, che sul possesso palla e sugli scambi in velocità ha costruito il proprio biglietto da visita. Una proprietà più ricca, ambiziosa e prodiga di risorse per la campagna di rafforzamento. Una piazza finalmente fiduciosa, capace di guardare al futuro con rinnovate speranze dopo tre anni fuori dall’Europa. Invece la stagione che il Milan inizierà domenica all’ora dello spritz a San Siro contro l’ex (avvelenato) Mihajlovic rischia di essere derubricata, a tredici giorni dalla chiusura del mercato, alla voce «rebus».
Durante il precampionato la squadra di Montella, fra alti e bassi nei risultati, ha lasciato intravedere lampi di manovra gradevole, basata sullo sfruttamento degli esterni rapidi a ribaltare il fronte del gioco. Peccato che finora il neo tecnico non abbia praticamente potuto sfruttare nessuno dei nuovi acquisti. Lapadula, alle prese con la fascite plantare, e Vangioni, arrivato a parametro zero dal River Plate con i postumi di un infortunio muscolare, hanno iniziato ieri a lavorare con il gruppo: minuti disputati nelle amichevoli estive zero. Gustavo Gomez, il piano B per la difesa dopo il corteggiamento senza risultato al più costoso Musacchio del Villarreal, è stato utilizzato solo nel finale nell’amichevole a Friburgo risultando di fatto ingiudicabile. Lo attende il compito non semplice di agire da spalla di Romagnoli: ha bene impressionato in Copa America dove ha giocato tutte le partite con il Paraguay. Ma come sarà l’impatto con il campionato italiano? L’ultimo innesto messo a disposizione da Adriano Galliani a Montella, su input dello stesso tecnico (e dopo aver ottenuto l’autorizzazione dei cinesi che in linea di principio spingono invece per rinforzi giovani e di prospettiva) è Josè Sosa che, dopo le visite mediche e la firma sul contratto biennale, ieri sera è tornato in Turchia per risolvere pratiche burocratiche legate al visto (difficile che possa essere a disposizione per il Torino). Sulla carta, a meno di due settimane dal gong delle trattative, l’undici titolare non è perciò molto diverso da quello dello scorso anno (anche se Montella spinge per valorizzare e responsabilizzare Suso e Niang).
I milioni che i nuovi padroni avrebbero dovuto garantire per il momento si sono limitati a 15, versati alla firma del preliminare (più altri 15 messi a disposizione da Berlusconi). Marco Fassone, ad dopo il closing, si occuperà delle trattative a partire da gennaio limitandosi per ora a vigilare che nelle operazioni non venga sforato il budget. Di certo ogni affare è un Tourmalet da scalare dovendo trovare l’ok del presidente, di Fininvest, dell’advisor della cordata orientale e dei cinesi stessi. I tifosi sono esausti: meno di diecimila abbonamenti sono stati staccati. La strada per un posto in Champions è in salita: Juve ma anche Inter, Napoli e Roma sembrano più attrezzate del Milan di oggi per le poltrone che contano.