Le Borse frenano, Fed divisa sull’aumento dei tassi Usa
Piazza Affari, la peggiore in Europa (-1,6%), sconta le incertezze politiche. Titoli finanziari nel mirino
In assenza di importanti notizie macro, l’incertezza sulle nuove mosse di politica monetaria della Federal Reserve, che potrebbe tornare ad alzare i tassi di interesse americani già a settembre, domina i mercati europei, spingendo in rosso tutti i listini per la seconda seduta consecutiva, dopo il rally della prima parte di agosto. Complici gli scambi ridotti per il periodo estivo e la volatilità dei prezzi del petrolio, a causa del calo delle scorte settimanali di greggio negli Usa, scese di 2,5 milioni di barili.
Alla fine le chiusure in Europa sono tutte negative: Francoforte -1,3%, Parigi -0,96%, Londra -0,5%, Madrid -1,56%. Milano ancora una volta è la maglia nera continentale, trascinata al ribasso dalla flessione dei titoli bancari (Ubi banca e Mps i peggiori)
Voto contro Nel comitato monetario Fed, George vota contro: voleva un rialzo dei tassi a luglio
e la caduta di Generali, sui rumors dell’uscita del Leone dal paniere Eurostoxx50 entro fine mese. Resta invece stabile all’1,12% il rendimento del Btp decennali, dopo aver toccato il minimo storico dell’1,05% la settimana scorsa, con lo spread a 116 punti. Questi numeri, che rendono meno pesante l’onere sul debito pubblico italiano, però non raccontano tutta la storia. La debolezza di Piazza Affari riflette anche la fragilità che accompagna l’Italia. L’ottimismo di inizio anno è scemato: la crescita si è fermata, come ha mostrato il dato sul Pil nel secondo trimestre, mentre all’avvicinarsi della data aumenta la preoccupazione sull’esito del referendum costituzionale in autunno. Perché se vincesse il No, le ripercussioni politiche avrebbero conseguenze immediate anche sui mercati.
I timori sulle prospettive italiane si inseriscono in uno scenario economico globale che resta incerto, anche se all’America arrivano i primi segnali positivi. Nelle minute della riunione del 26 e 27 luglio, pubblicate ieri, il comitato di politica monetaria afferma che «i rischi di breve periodo nelle prospettive economiche sono diminuiti», ma il board è diviso sui tempi. Molti però adesso credono che un nuovo rialzo (graduale) dei tassi potrà avvenire prima della fine dell’anno, forse già a settembre. E si scopre che Esther George, alla guida della Federal Reserve di Kansas City, avrebbe voluto rialzare i tassi Usa di 25 punti già a luglio (l’unica a votare contro lo status quo).